La mutazione

3e  MILLENAIRE

La mutazione:

(1a parte)

L’evoluzione possibile dell’Uomo

Traduzione a cura di Maurizio Redesoso Kharitian

 

 

I pionieri del terzo millennio iniziato hanno tracciato le grandi linee di una evoluzione possibile dell’uomo. Che si tratti di Rudolph Steiner con la sua Scienza spirituale, di G. I. Gurdjieff con la sua Quarta Via o di Sri Aurobindo con il suo Yoga integrale [1], l’ “evoluzione verticale” non é in contraddizione con la filosofia vissuta della non-dualità contemporanea, che sia laica come in Krishnamurti o di origine tradizionale come in Chogyam Trungpa o Jean Klein. Lo scopo della rivista 3ème Millénaire é di dimostrare l’importanza di queste “referenze maggiori” [2] al fine d’indicare le fonti librarie di prima mano.

E’ nella prospettiva necessaria di una sintesi di questi grandi insegnamenti che questo documento é stato scritto. Ci limiteremo tuttavia a mettere in parallelo la testimonianza di Mère la cui esperienza deriva dallo Yoga integrale di Sri Aurobindo, quelle di U. G. e di Krishnamurti in quanto si tratterà di abbordare la trasformazione del corpo per la coscienza, e gli insegnamenti di Rudolph Steiner e di G. I. Gurdjieff che concordano punto per punto nelle grandi linee di una scienza di evoluzione possibile dell’uomo che resta seriamente da sviluppare [3]…

 

CONOSCERE IL NOSTRO STATO ORDINARIO  DI COSCIENZA

 

Non possiamo evolverci o cambiare realmente, risvegliarci dal nostro torpore o liberarci dalla nostra sofferenza, se non conosciamo in profondità il nostro funzionamento ordinario, vale a dire il nostro stato di sonno nel quotidiano: stato di dipendenza dagli avvenimenti ed identificazione agli umori ed alle emozioni che ne risultano.

Gli insegnamenti maggiori mettono l’accento sul fatto che noi dormiamo, disattenti ed insensibili al nostro ambiente ed a noi stessi.

Mère lo constata così:

“Le persone che vivono nella coscienza ordinaria sanno molto-molto poco di ciò che accade fisicamente […] In fondo, l’immensa maggioranza degli uomini sono come prigionieri con tutte le porte e tutte le finestre chiuse, allora soffocano (che é abbastanza naturale) ma hanno con loro la chiave che apre le porte e le finestre, e non se ne servono […] Non ce né uno su un milione che sappia vivere! Arrivano alla vita, non sanno perché; sanno che hanno un certo numero di anni da vivere, non sanno perché; pensano che dovranno andarsene perché tutti se ne vanno, e non sanno neanche qui perché… Sono nati, vivono, hanno ciò che chiamano delle gioie e dei dolori, e poi arrivano alla fine, e se ne vanno. Sono entrati e sono usciti senza imparare niente” [4].

  1. I. Gurdjieff é evidentemente altrettanto diretto, precisando che “L’Uomo vive [meccanicamente] in un mondo soggettivo” incapace di una “vera conoscenza oggettiva” [5] Per Mère:

“Ogni cosa porta in sè la propria verità – la sua verità assoluta, così luminosa, così chiara. E se siamo in rapporto con questo tutto si organizza meravigliosamente; ma gli uomini non sono in rapporto con questo, sono sempre in rapporto attraverso il loro pensiero – il pensiero che ne hanno, la sensazione che ne hanno […] Sempre più, sono convinta che abbiamo un modo di ricevere le cose e di reagire che crea le difficoltà.” [6]

Questa situazione scorre da ciò che Gurdjieff chiama “la confusione dei centri”, che implica, per esempio, il funzionamento del centro emozionale al posto del centro intellettuale generante “un nervosismo, una febbre, ed una rapidità inutili“ [7], o ancora il funzionamento di un centro con un’energia che non gli è adattata come, per esempio, il funzionamento del centro emozionale con l’energia del centro sessuale potendo “creare la sentimentalità o, al contrario, le gelosia, la crudeltà” [8].

Mère rimarca ugualmente che: “negli uomini ordinari, si ha l’impressione che tutti gli stati d’essere [riflessi, sentimenti, istinti, pensieri, ideali, ecc.] sono stati sbattuti insieme, sai, come quando si fa una maionese! Tutti gli stati come questo, ben mescolati in una grande confusione.” [9]…o “una baraonda generale“ secondo Gurdjieff [8].

 

DIETRO AL VELO DELLE APPARENZE

 

La “conoscenza oggettiva” evocata da Gurdjieff non é quella della scienza moderna detta empirica; é una dimensione della conoscenza abitualmente ignorata in quanto sollevante della coscienza e non di una qualunque facoltà della rappresentazione del mondo.

E’ così che Mère scopre che:

“Su tutta la creazione materiale, vi é un tessuto – tessuto che potremmo chiamare catastrofista – di cattiva volontà. Vale a dire una sorta di schermo. […] E si insegna al corpo ad uscire da lì. E’ come mescolato alla Forza che si realizza e che si esprime, é come qualcosa che si mescola alla creazione materiale. E si insegna al corpo a liberarsene. Ma é molto difficile, molto difficile. E’ la causa di malattie, é la causa di incidenti – é la causa di ogni cosa distruttiva. E questo schermo, é tutto il tempo, é tutto quel tempo, così, avvolgente la terra.” [10]

Gurdjieff vi vede “l’influenza della luna su tutti gli esseri viventi […] La luna é la forza dominante o più esattamente la forza motrice più vicina, la più immediata, di tutto ciò che si produce nella vita organica sulla terra […] La parte meccanica della nostra vita dipende dalla luna, é assoggettata alla luna.” [11].

Per Rudolph Steiner, questa nefasta influenza lunare, nei riguardi dell’evoluzione normale della terra (attraverso sette “sfere”), é “l’ottava sfera” che “é sempre lì […] qualcosa in cui siamo costantemente immersi.” [12] Questo schermo che avvolge la terra é, per Steiner, l’elettricità che percorre il nostro sistema nervoso [13]. La forza elettrica induce in noi la meccanicità del nostro pensiero cerebrale così come tutta la confusione che ne deriva.

Per liberarsi da questo schermo d’influenze lunari, dobbiamo imparare a vedere il funzionamento meccanico del nostro pensiero cerebrale e dei suoi sogni; é così che possiamo scoprire la vera luce passante per la coscienza solare e poi stellare.

La prima proveniente da un “centro emozionale superiore” (“coscienza di se”) funzionante con un’energia di livello solare (H12) e la seconda d’un “centro intellettuale superiore” (“coscienza oggettiva”) funzionante ad un livello vibratorio stellare (H6) secondo Gurdjieff [14], che Steiner descrive così per colui che “percepisce il suo uomo mediano in maniera diretta, e non con l’intermediazione del cervello. Vede l’elemento solare direttamente in lui, vede ugualmente l’elemento stellare direttamente nel suo cervello. […].

L’essere umano dispone di questo elemento solare perché é un essere solare. Ciò che appare nello strumento del cervello proviene da ciò che l’essere umano é un essere stellare, dal fatto che é, in effetti, generato dalla totalità dello spazio cosmico.” [15]

“Noi capiamo allora che l’uomo ha una nuova esperienza di fronte al cuore ed al cervello. Le sue impressioni si differenziano nettamente in modo che impara, da una parte, a risentire tutto ciò che é il processo del cervello nel tranquillo corso che il cielo notturno gli mostra con le sue stelle e, d’altra parte, a risentire la mobilità del sistema solare nel suo cuore. E questo vi rivela assai presto un cammino importante in quanto vedete in qualche modo aprirsi le porte che conducono l’Uomo al Cosmo.” [16].

Questo approccio da dietro il velo delle apparenze rinvia ad una cosmologia spirituale che non é possibile di affrontare qui, ma sulla quale concordano gli insegnamenti di Gurdjieff e di Steiner. Converrebbe in ugual misura di riscoprire un diverso linguaggio che permetta di esprimere queste nuove esperienze. Ciò che constata Mère:

“Ci vorrebbe una nuova lingua! esclamava spesso…questo non può ancora esprimersi […] E’ il mezzo d’espressione che occorre trovare.” [17]

Questo mezzo d’espressione rileva una facoltà spirituale esposta da Steiner in numerosi scritti e conferenze: “la lettura della scrittura occulta” apre lo spirito all’armonia delle sfere [18]. Questa nuova lingua, questa lingua universale non dipende solamente dalla conoscenza, ma anche dall’essere, ci dice Gurdjieff [19].

 

LA LEGGE D’OTTAVA

 

La lingua universale é sia una conoscenza che un potere d’essere. Ci permette di “ascoltare” spiritualmente le leggi divine che governano le nostre vite. Mère presenta queste leggi divine, così come Gurdjieff che ne indica l’esistenza nella prospettiva di una evoluzione possibile. “Ci devono essere delle leggi, constata Mère, (delle leggi che devono essere l’espressione di una Saggezza che ci supera), perché si ha l’aria di seguire una sorta di curva, e non capisco perché sono nella curva. Soltanto quando é finito che capiamo la cosa, quando siamo sul bordo, ma sono nel bel mezzo, forse proprio all’inizio.” [20].

Questo fenomeno é caratteristico di ciò che Gurdjieff chiama “la legge d’ottava”: le forze che dispieghiamo in un lavoro su di sé, seguenti una linea ben definita, si trasformano sempre nel loro contrario. In effetti, secondo questa legge d’ottava, degli intervalli (relativi alla scala musicale) “obbligano costantemente la linea dello sviluppo delle forze che devono modificare la loro direzione, a romperla, curvarla, trasformarla nel suo proprio contrario”. [21] Così come a seguito di un risveglio, la pratica consiste a recuperare la coscienza perduta condotta ad un movimento meccanico: il “contrario” della coscienza risvegliata.

 

IL  NON-SAPERE

 

Ma come risvegliarsi? Come permettere ad un momento di grazia di perdurare? Paradossalmente, una “grande esperienza” in questo ambito conduce ad un non sapere.

“Quando non capivate nulla, dichiara Gurdieff, pensavate di capire tutto, o almeno eravate sicuri di avere la facoltà di capire tutto. Adesso che avete cominciato a capire, sentite che non capite. E’ perché avete acquisito il gusto della comprensione.” [22]

Mère testimonia di questa tappa fondamentale verso una reale comprensione che nasce dalla totalità dell’essere.

“Sono nello stato dove non si sa niente, ecco. Ed allora il mio solo rifugio, è come se mi rannicchiassi nel Divino.” [23]

Per Mère: “Sembra che non si possa mai capire veramente se non quando comprendiamo con il proprio corpo.” [24] Ma questa comprensione, questa discesa della coscienza nel corpo, questo accesso al “mentale cellulare” capace di ri-formare la condizione del corpo, può condurre ad intravedere la necessità di un apprendimento in profondità che, fino a quel punto, era sfuggito alla coscienza ordinaria.

E’ quindi “una strana cosa, fa notare, mi prende tutto d’un tratto: non posso più salire le scale! riconosce lei. Non so più come si fa a salire! Mi ha preso anche una volta durante il pranzo: non sapevo più come si doveva mangiare! […] Ed il lavoro, non posso. Non posso lavorare. Anche le cose più semplici di cui devo ricordarmi, non le ricordo.” [25]

Steiner evoca anche una diminuzione della memoria: “lo sviluppo esoterico ci fa nettamente rimarcare che la forza della memoria diminuisce […] E’ in particolare la memoria che si può chiamare memoria meccanica che cessa d’essere attiva”, prima, sottolinea Steiner, “che si riconoscono in se delle verità più sottili.” [26]

 

 

 

 

IL NON-AGIRE DELLA “3a FORZA“

 

E’ la comprensione, su tutti i piani del nostro essere, della legge d’ottava affrontata precedentemente, che permetterà all’evoluzione verticale di operare. Il non “avanzare” o progredire è percepito come un “male”? Non è vedere che “il rimedio è al centro del male, dichiara Mère, […] Non provate ad essere virtuosi, vedete a che punto siete uniti – uno – con tutto ciò che è anti-divino, prendete la vostra parte del fardello, accettate d’essere, voi-stessi, impuro e bugiardo, e così potrete prendere l’Ombra e distribuirla. E nella misura in cui voi siete capaci di prenderla e distribuirla, allora le cose cambieranno.” [27]

“C’é sempre una sorta di imperfezione, un punto sensibile che generalmente chiamiamo una debolezza – ma è la forza dell’essere…”[28]

Questa debolezza, che é la sola forza che abbiamo, é nell’osservazione senza giudizio che non possiamo fare niente per cambiare, perché tutto ciò che “facciamo” é votato alla meccanicità e, di conseguenza, all’impossibilità d’evolvere realmente in quanto verticalmente [29]. Non vi é che una “terza forza” [30] che possa operare una reale trasformazione; non é tuttavia percettibile, afferrabile, manipolabile dall’ego dell’uomo. Implica, per Gurdjieff: la non espressione delle emozioni negative, la non considerazione interiore e la non identificazione [31], vale a dire l’assenza di tutta la meccanicità interiore.

Mére ne testimonia nel corso del suo Diario – ecco qualche estratto:

“Perché la Forza possa passare rapidamente per raggiungere il corpo, occorre una grande passività […] Ciò che l’Inerzia rappresenta d’imperfetto, é la perfezione di questo. […] E’ giustamente molto difficile per quelli che hanno un grande sviluppo mentale, è molto difficile. Perché tutto il corpo ha lavorato tutta la sua vita ad essere giustamente in questo stato di ricettività al Mentale. […] Lo sviluppo tramite il Mentale é un risveglio costante e generale di tutto l’essere, anche il più materiale, un risveglio che fa sì che ci sia qualcosa all’opposto del sonno. E per la ricezione della Forza suprema, occorre al contrario l’equivalente dell’immobilità – l’immobilità di un sonno ma assolutamente cosciente.” [32]

“E’ questo che il corpo é riuscito ad avere: una immobilità completa ed un’intensa aspirazione. […] E’ assolutamente immobile dentro, è come se tutte le cellule diventassero immobili.” [33]

“Una volta, in autobus, c’era un uomo che era teso e piangeva; si vedeva che era estremamente triste. Non mi mossi, non avevo l’aria di niente, ma vedevo questa “Forza” che andava verso l’uomo, e poi a poco a poco, il viso si distendeva, tutto si calmava, e diventava tranquillo. E’ accaduto più volte…Qualcosa che non era per nulla umano, che era lì ed agiva tranquillamente attraverso di me (non me ne occupavo neanche) […] Qualcosa che si impossessa del corpo, oh! una vibrazione così calda, così dolce, e nello stesso tempo così terribilmente potente! […] La minima vibrazione in questa atmosfera pura e calma é un ostacolo.” [34]

“Per le cellule del corpo, è il passaggio dalla tranquillità d’origine inerte – la calma che è stata prodotta, nei tempi antichi, dall’Inerzia – alla calma della Tutta-Potenza. Vi é un passaggio difficile. Per le cellule, è difficile.” [35]

E’ molto difficile per il corpo d’avere questo, é molto difficile: c’è sempre qualcosa che vibra e che si muove. E non é solo il silenzio: é l’immobilità, senza tensione, senza tensione, senza sforzo, senza niente. E’ come una specie d’eternità – nel corpo. E’ come se ciò rimettesse tutto in ordine, ma niente muove.” [36] E’ di questa immobilità assoluta che testimonia Khrisnamurti nei suoi Taccuini:

“Tutto sembra assolutamente immobile. Niente movimento né fremito, vuoto assoluto di ogni pensiero, di ogni visione.” … Precisando che “Nessuno é qui per interpretare, osservare o giudicare” [37], Khrishnamurti indica che: “Il cervello deve cessare di far regnare la sua legge ed essere totalmente passivo.” [38] “L’immobilità assoluta del cervello è una cosa straordinaria; è allora estremamente sensibile, pieno di vigore, di vita, cosciente di ogni movimento esterno, ma perfettamente calmo. Perché é completamente aperto, libero da intralci, di richieste e di desideri segreti…” [39]

Preso dal movimento meccanico del pensiero, dei giudizi e dei calcoli, della dualità osservatore/osservato o dell’osservatore che crediamo di essere, non sappiamo essere “passivo“, ignoriamo il “non-agire“, come constata Mère alla soglia di una divina innocenza: “Non so cosa occorra “fare”, perché é spontaneo. Può darsi sia questo, il mezzo: una contemplazione del Divino. Lo stato naturale, é questo. Veramente, credo che sia la sensazione di impotenza di un bimbo.” [40]

 

Note

[1] – Satprem, Mère – Il Materialismo Divino, vol I

[2] – Vedi  3ème Millénaire n°100

[3] – Questa scienza dell’evoluzione verticale potrà prendere in conto l’insieme delle conoscenze nel loro grande asse al cuore di un approccio cosciente dei nostri mezzi d’investigazione (sensibilità, percezione, rappresentazione, concezione,…); approccio cosciente che Roger Godel chiamava l’ “epistemè”

[4] – Satprem, idem, vol I

[5] – Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto

[6] – Satprem, Mère – La Mutazione della Morte, vol III

[7] – Ouspensky, idem

[8] –      “            “

[9] – Satprem, idem, vol III

[10] –    “      , La nuova Specie, vol II

[11] – Uspensky, idem

[12] – Rudolph Steiner, I rischi di un occultismo materialista

[13] –      “           “     , Dietro il velo degli accadimenti

[14] – Uspensky, idem

[15] – Rudolph Steiner, Essere umano, occultismo, teosofia e filosofia

[16] –     “           “      , Dello sviluppo occulto dell’uomo

[17] – Satprem, idem

[18] – Rudolph Steiner, Teosofia dei Rosa-Croce

[19] – Ouspensky, idem

[20] – Satprem, idem, vol II

[21] – Ouspensky, idem

[22] –      “            “

[23] – Satprem,     “    vol III

[24] –     “             “      “    I

[25] –     “             “      “    II

[26] – Rudolph Steiner, Dello sviluppo occulto dell’Uomo

[27] – Satprem, idem vol I

[28] –     “            “       “   “

[29] – Ouspensky,  “

[30] –     “            “

[31] –     “            “

[32] – Satprem, idem vol III

[33] –     “            “      “    “

[34] –     “            “      “    I

[35] –     “            “      “    III

[36] –     “            “      “     “

[37] – Krishnamurti, Taccuini

[38] –        “                 “

[39] –        “                 “

[40] – Satprem, idem, vol III