Mettete il dito su un punto decisivo. In effetti noi occidentali siamo fermamente convinti che possiamo avere un rapporto col reale in due modi: il concetto e la percezione. Il concetto è la via principale, perché ci permette di mettere il diverso sensibile in una unità permanente. Così un san Bernardo e un bulldog non hanno niente in comune dal punto di vista della nostra esperienza sensibile. Pertanto sono tutti, come dice Spinoza, “un animale che abbaia”.
La percezione è più soggetta a cauzione, perché ci inganna, crediamo di vedere un cane ed è un lupo, ma ci permette anche di ancorarci alla realtà.
Categoria: Midal Fabrice
Visione del Tantra di Fabrice Midal
Il tantra è una delle vette della tradizione buddista. Contrariamente a molte idee correnti, non appartiene solo al mondo tibetano, ma è rimasto vivo soprattutto in quella parte del mondo. E’ nato in India e si è diffuso in tutta l’Asia come è testimoniato a Giava, a Borobudur, che è un monumentale mandala, simbolo tantrico. Inoltre la tradizione tantrica non è solo buddista. Ci sono per esempio tantra shivaiti. E’ inutile sapere che dall’induismo o dal buddismo è partito lo sviluppo del tantra, però c’è una specificità dell’approccio buddista. Potremmo presentare le cose così: se il Budda ci insegna a entrare in rapporto con la realtà così com’è, a liberarci dall’ignoranza e dalle proiezioni che ne derivano, il tantra radicalizza quell’aspetto. Ci spinge a saltare a piedi pari nel cuore del reale.