Dal conflitto all’unità delle profondità di Robert Linssen

estratto da 3millenaire a cura di Luciana Scalabrini

L’acutezza delle sofferenze, della violenza e delle crisi che lacerano il mondo sia materialmente che psicologicamente esige più che mai la presenza dell’Amore. Davanti a tanta disperazione e  violenza sorgono problemi urgenti e molte domande non hanno risposte immediate. L’ampiezza dei progressi tecnici, la meccanizzazione sconvolgono la faccia del mondo. I ritmi dell’esistenza si modificano. I gusti, le abitudini cambiano in un senso che sembra allontanarsi spesso dalle norme della natura.

Che cosa vuol dire vivere? Andare sempre più in fretta? Produrre sempre di più in meno tempo? Dominare,opprimere e lasciarsi opprimere? È avere? Avere sempre di più? È apparire? Oppure Essere?

Si è portati, in questo clima, a porsi una domanda che sembra inutile o ridicola: la metà dell’umanità davvero sa ancora amare? I nostri antichi erano più aperti all’amore vero? Erano più o meno di noi corrotti dall’interesse e dal calcolo?

Vediamo nascere l’era dei bambini in provetta e dei robot sofisticati. Questa nuova caricatura di umanità conoscerà l’Amore? E che cos’è amare veramente?

Prima di rispondere a queste domande che sono vecchie come il mondo, constatiamo che si manifestano due correnti opposte nell’evoluzione tecnologica e psicologica dell’umanità.

La prima è negativa: tende alla meccanizzazione, a fissarsi sugli aspetti materiali ed egoisti dell’esistenza.

La seconda è positiva; risale alle sorgenti dell’esistenza e rimarca il senso dell’amore contribuendo ad oltrepassare l’egoismo, sviluppa la creatività e le energie spirituali.

1) Influenze negative, meccanizzazione

La prima corrente tende verso una una presa esclusiva della considerazione degli aspetti utilitari e materiali dell’esistenza. Ne risulta la progressiva meccanizzazione e la robotizzazione. Quei fenomeni sono verosimilmente gli effetti di una eccessiva attività del cervello sinistro. La eccessiva attività di una funzione contribuisce ad una strutturazione sempre più importante ed elaborata dell’organo utilizzato con quella funzione.

Si parla spesso della divisione del cervello in due emisferi. Adempiono a specifiche funzioni, complementari tra loro
Il premio Nobel R. Sperry, ha dimostrato i loro rispettivi ruoli nel 1982: il cervello sinistro presiede ai processi di analisi, di calcolo,  è molto attaccato ai dettagli, ai nomi, alle cifre, è difficilmente accessibile alle visioni d’insieme e alla sintesi. Compara il particolare al particolare ma non vede i legami soggiacenti, tende a conferire a esseri e cose caratteri di isolamento e di fissità che non hanno.
Quando isola continuamente le cose e gli esseri separa se stesso dal contesto naturale e globale della loro unità fondamentale. Si taglia poco a poco dal mondo e dalla pienezza della vita.

In quel clima ogni possibilità di comunione e di apertura a esseri e cose si trova bloccato; la frammentazione psicologica dell’essere umano contribuisce a ostruire la sorgente primaria di un senso naturale dell’amore e della comunione.

La proliferazione cancerosa dell’informazione e della robotica aggrava i disequilibri di una civiltà ipertecnicizzata.
Sono quelli gli elementi negativi che tendono a ad attaccare le ultime radici che legano ancora l’essere umano alle sorgenti profonde della sua interiorità e della natura. Nei paesi dove si sviluppano sempre più la meccanizzazione e la robotica, come l’America e il Giappone, molti psicologi denunciano un tale pericolo.

Sembra che l’umanità attuale, per la sua mancanza di maturità psicologica, non sia ancora arrivata a capire che lo sviluppo unilaterale delle facoltà intellettuali e l’annullamento delle facoltà creative e affettive ha contribuito alla formazione di una nuova generazione di uomini macchine da calcolo, spinte dall’interesse, dall’avidità e dalla competizione.

Non sarà mai abbastanza stigmatizzare il carattere aberrante dell’entusiasmo che suscitano i nuovi metodi di perfezionamento di calcolare!  Si crede di sognare quando si leggono sui quotidiani articoli su un famoso istituto di Filadelfia, dove si insegna ai genitori a stimolare i neonati fin dalle prime settimane per renderli più “ intelligenti”. Cattivo concetto di intelligenza che dice la mediocrità e la debolezza spirituale dei nostri brillanti intellettuali!

Ma la realtà supera la fantasia, e il lettore giudicherà da solo leggendo qualche riga di un articolo recente:
“ risultati stupefacenti: stimolando tutti i neonati, questi pronunciano le loro prime parole a 4 mesi… continuano la loro corsa al sapere, a 2 anni leggono e parlano due lingue, a 3 scrivono e battono i tasti del computer”
Non si precisa che molto spesso questi giovani infelici col cervello destro ipertrofico cadono in depressione e si suicidano a 15, 16 anni.

Ognuno comprende e sente a che punto l’amore nelle prospettive ricordate, sia relegato al rango delle cose inutili.

Una volta di più constatiamo che l’ampiezza dei progressi tecnologici e delle informazioni intellettuali non è alla misura dell’evoluzione spirituale dell’umanità.

Questo non costituisce da parte nostra un discredito riguardo ai progressi tecnologici, alle informazioni intellettuali o alle abilità mentali; i progressi scientifici e tecnici non comportano solo aspetti negativi.
Hanno contribuito a veri miracoli nella chirurgia,hanno permesso la presa di coscienza planetaria quando l’umanità intera ha partecipato a momenti storici potendo assistere  ai primi passi dell’uomo sulla Luna.

Ma questa stessa tecnica è responsabile del processo irreversibile dell’inquinamento degli oceani, della terra, dell’aria,della radioattività e della rottura dei grandi equilibri della natura.
L’assenza della comunione con la natura e la mancanza d’amore portano sempre ad errori di comportamento.

L’utilizzo inadeguato dei progressi tecnici tende a tagliare l’essere umano dai suoi contatti naturali con il tempo e lo spazio.Questo lo immerge progressivamente e senza che se ne accorga  in una situazione di isolamento che genera angoscia; è come un esilio psicologico, che lo rinchiude in se stesso. Questa chiusura al mondo esterno genera una scontentezza una tristezza, un sentimento doloroso di solitudine e un’angoscia che sono all’origine di tutte i riflessi di violenza. Ci troviamo in presenza di un insieme di fattori d’ordine psicologico nettamente sfavorevoli ad uno sviluppo dell’amore.

Un esempio tra mille altri illustra una rottura progressiva che si produce tra l’essere umano e l’attualità dal suo ambiente spazio- temporale naturale.Ci è dato dalle migliaia di giovani dalle orecchie sempre coperte da cuffie d’ascolto che li tagliano fuori dall’attualità spazio temporale  presente e li inghiottono  nei paradisi artificiali di una musica spesso scadente. La piena presenza al presente è loro proibita. Quando sono nella natura, il canto degli uccelli, il fruscio del vento tra gli alberi passano completamente inavvertiti. Il carattere d’unità di ogni istante presente e  le ricchezze spirituali che potrebbe rivelare sono così sottratte alla loro possibilità di comprensione .

Tali comportamenti aggiunti al clima di degradazione contribuiscono alla formazione di una generazione la cui situazione di esilio psicologico genera inevitabilmente angoscia, disperazione e aggressività.
Delle statistiche recenti ci rivelano che il suicidio dei giovani ha proporzioni allarmanti ed è ogni anno in aumento. Risulta non solo da fattori psicologici ma da un contesto socio economico e politico disperante. Non è un processo di selezione naturale. Riguardo all’importanza delle relazioni umane Krishnamurti scrive:
“La relazione si stabilisce con ogni cosa: con la natura, con gli uccelli, le pietre, le stelle e il cielo blu. Ogni esistenza è relazione. Senza relazione non c’è vita. Viviamo in una società in piena degenerazione perché abbiamo corrotto le relazioni umane”.

L’evoluzione delle scienze ci mostra che la vita, a tutti i livelli, è basata sulla fluidità dei ricambi, la labilità cellulare. A livello psicologico la vita richiede l’esercizio di una qualità d’attenzione vigilante nelle relazioni sempre nuove coll’ambiente, che implica una qualità d’osservazione globale che mobilita una concentrazione di tutti i sensi nel momento presente. Una presa in considerazione della singolarità di tutti gli elementi dell’ambiente nella novità e nell’attualità si deve realizzare senza fissazione e analisi.

I sensi hanno un potenziale di rivelazione importante come fattore di di adesione leggera e rinnovata in ogni istante presente.L’udito: la voce dei passanti, l’abbaiare di un cane, il pianto di un bambino, lo scorrere di un torrente; il tatto: l’aria fresca o tiepida che ci accarezza il viso, la stretta di mano di un amico, il bagno nel fiume. L’odorato: il profumo dei fiori, l’odore del prato tagliato, la freschezza della pioggia dopo l’estate torrida.

Sono tanti i fattori di presenza al presente, come dice lo zen, se si accolgono di nuovo, liberi dalla pesantezza delle memorie del passato.

L’amore reale è sempre un’apertura al mondo. Sviluppa naturalmente la nostra capacità relazionale con gli esseri e le cose con il distacco dagli automatismi del passato. Ma le abitudini e i giudizi di valore del passato hanno una notevole forza d’inerzia. Per questo non siamo mai completamente nel presente.
Il presente non è se non una parola vuota di significato, non è che un rapido passaggio tra un passato morto e un avvenire che non c’è ancora. Ora, è nel presente che l’energia creativa dell’universo anima il cuore ultimo degli esseri e delle cose, come hanno insegnato gli antichi maestri di zen: “ L’infinito è nel finito di ogni istante”.

Il prestigio crescente delle conquiste della tecnica sul tempo e lo spazio, il fascino dell’informatica e della robotica, la supremazia dei numeri e della quantità a spese della qualità, ci portano alla uccisione della libertà, della creatività, della spontaneità, della gratuità. Non c’è possibilità dicrescita dell’amore.

Il premio Nobel Konrad Lorentz dice: “ La decadenza progressiva della nostra civiltà è patologica ed ha il carattere di una vera malattia dello spirito…; l’umanità è oggi in una posizione più pericolosa che mai, ma, con la riflessione che le permettono le scienze naturali, la nostra civiltà è in grado di sfuggire alla fine di tutte le grandi civiltà come è stato fino ad ora; è la prima volta nella storia del mondo che è così.”

Konrad Lorentz manda il messaggio positivo delle scienze naturali; dovrebbe farci comprendere la gravità degli insensati comportamenti contro natura  di una umanità che non ha la maturità psicologica per usare in modo adeguato i progressi tecnologici troppo rapidi in rapporto alla sua evoluzione.

Raramente la storia ci ha dato l’esempio di uno scienziato con una capacità d’amore e di apertura verso tutti gli aspetti della vita; Lorentz con lo studio del linguaggio e del comportamento degli animali ha comunicato in modo eccezionale con le specie più varie , ha dato una lezione di apertura di cuore e di spirito al mondo, verso cui gli esseri umani dovrebbero orientarsi. Dovrebbero far capire all’uomo il suo giusto posto nella totalità- unità dell’universo vivente

Questo è anche il messaggio positivo dei lavori di Erwin Schrodinger, David Bohm, Fr. Capra, ecc. Ma sono purtroppo rare eccezioni. Assistiamo allo sviluppo di una società di tecnocrati col virus dell’informatica e della robotica le cui ambizioni demenziali possono condurci allo spettacolo di una subumanità fatta di scimmie sapienti o di robot lontanissimi dal senso vero della vita, della natura e dell’amore.
Non è sorprendente che in questo contesto sia perduto sempre più il senso dell’amore.
Commentando la parola amore, Krishnamurti diceva: “ Questa parola deve essere purificata: ” Finché non è purificata dalle sue caratteristiche di ossessione, immaginazione, egoismo, si degrada rapidamente e prende le forme più aberranti assolutamente estranee al vero amore”.

(continua)