Voi adorate, voi, ciò che non conoscete; noi adoriamo,noi. ciò che conosciamo…
Giovanni. IV, 22
Forse non è senza ragione profonda che delle opere, delle figure, dimenticate da secoli riappaiono ai nostri giorni. Come se il bisogno, la fame, dell’essere facesse risorgere provvidenzialmente il nutrimento di cui ha bisogno.Splendide figure del medioevo occidentale, Hildegarde de Bingen non è la minore. Hildegrde, badessa di Rupertsberg, visse dal1098 al1179, indossò l’abito religioso verso il 1116. Dalla sua più tenera infanzia ebbe strane visioni e, il 1141 scrisse a S Bernardo di Chiaravalle per consultalo a proposito delle sue persistenti visioni; Bernardo, esortandola alla pratica delle virtù spirituali, garante di una via giusta favorita o no da visioni, la prega di rispondere “con tutta la forza del suo amore…alla grazia” divina che le è accordata.
Alla maniera di Bernardo, la sua fama si spande in tutta la cristi anità occidentale, intrecciando unac oirrispondenza con molti al l’imperatore Federico Barbarossa che esortò a cambiar vita. Le sue rivelazioni furono successivamente approvate da tre papi e il sinodo di Trèves (1148).A uno di quei papi non esitò a scrivere:” o uomo, l’occhio della tua conoscenza si indebolisce…”
Uno dei tratti più significativo degli scritti di Ildegarda è l’assenza di effusioni emozionali, così consuete nella maggior parte dei mistici e il suo appello alla facoltà di conoscenza. Si collocano nella corrente della gnosi al di fuori del quale l’uomo del nostro tempo non potrebbe ritrovare il cammino del Cuore.
Così arriva nel suo “scivias” (sci vias Domini: conosci le vie del Signore):
«Ma voi dite,uomini: non posso fare il bene.
ma io dico. voi lo potete.
Domandate: come?
Rispondo: con l’intelletto e la ragione.
Che la sua parola sia nutrimento per i cercatori di verità del nostro tempo come lo era già per il suo segretario Guilbert de Glembloux, che scriveva:
« …quella donna divina…attinge alla sua pienezza interiore e la riversa, per alleviare la sete degli assetati !»
La prima visione
(estratto)
L’energia ignea.La figura parla in questi termini:
Sono io l’energia suprema,
Sono io che ho infiammato ogni scintilla di vita
Niente di mortale brucia in me
Di ogni realtà io decido
Le mie ali superiori rivestono il cerchio terrestre
nella Saggezza sono l’ordinatrice universale
Via ignea dell’essenzialità:
poiché Dio è intelligenza, come potrebbe non operare?
Con l’uomo
assicura il proliferare di tutte le sue opere
L’uomo, in effetti,egli lo creò a sua immagine e assomiglianza,
in lui inscrisse, con fermezza e misura, la totalità delle creature
Una volta compiuta l’opera, rimise nelle mani dell’uomo
L’integralità della creazione:
affinché l’uomo potesse agire con lei , nello stesso modo
che Dio aveva fatto la sua opera, l’uomo:
Così dunque, sono servitore e sostegno.
Con me in effetti tutta la vita s’infiamma.
Senza origine, senza termine,
Io sono questa vita, che, identica, persiste, eterna.
Questa vita, è Dio.
Essa è perenne movimento,perpetua operazione,
e la sua unità si mostra in una tripla energia.
L’eternità è il Padre.
Il Verbo è il figlio,
Il soffio che lega i due, è lo Spirito Santo.
Dio l’ha rappresentato nell’uomo:
l’uomo ha in effetti un corpo, un’anima ed un’intelligenza.
L.S.
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