La comprensione liberatrice di Francis Lucille

3ème Millénaire  n.70 – Traduzione della dr.ssa Luciana Scalabrini

3m.   Quando cominciamo a scoprire la nostra sofferenza, può acutizzarsi  la questione della libertà interiore; allora incominciamo una pratica che per definizione deve durare nel tempo. Ora, l’illuminazione è fuori dal tempo… Eppure, bisogna incominciare, illusione fondamentale!…

Allora pratichiamo una certa forma di meditazione che è piuttosto un rilassamento, basato sulla sensazione corporea; impariamo a metterci all’interno di noi stessi per osservare ciò che è, i tormenti, le agitazioni, la scoperta delle nostre mancanze… Sentire la necessità di lavorare così non fa accrescere la sofferenza?

F.L. In un certo modo, finchè cerchiamo di sbarazzarci della sofferenza, siamo ancora condizionati da lei. Ogni azione in vista di sbarazzarcene viene dalla sofferenza e la perpetua.

Ciò che libera è la comprensione che viene dal pensiero, si potrebbe chiamare comprensione intellettuale in senso platonico. Questa comprensione avviene quando il pensiero che cerca, che domanda, si riassorbe nel vero, nella sua sorgente. Allora si produce una trasformazione, ci troviamo nella nostra libertà.

Ma ci sono altre forme di comprensione che non sono riconosciute, sono le comprensioni che vengono dal percepito, dal sentito. Come la comprensione intellettuale avviene quando il pensiero si riassorbe nella sua sorgente, la comprensione che si può definire affettiva, avviene quando un sentimento, un’emozione si riassorbe nella sua sorgente. E’ un momento d’amore, è la comprensione dell’amore. E la comprensione sensoriale avviene quando le percezioni esterne, o un oggetto percepito, si riassorbono nella sorgente. Questa percezione che si può definire estetica nel senso etimologico della parola, è l’esperienza della bellezza. La ragione per cui mi riferisco a queste altre due forme di comprensione, è che esse sono in relazione  con gli approcci corporei in una prospettiva di liberazione.

Quando permettiamo ai sentimenti di manifestarsi liberamente nello spazio cosciente, niente si oppone  alla loro risoluzione felice nell’amore, al loro riassorbimento nella sorgente. E’ nel momento in cui si effettua quel riassorbimento che si attua la trasformazione, e la trasformazione è il fatto che io in quanto soggetto si vede totalmente separato, cioè totalmente libero  dal sentimento che sta per dissolversi. L’io sembrava intimamente legato e sembrava non essere altro che il sentimento, per esempio la paura o la collera, con cui viaggiava insieme, ma nel momento in cui il sentimento, che non è che la mescolanza eterogenea  di me io e della sensazione corporea, è autorizzato a evolvere liberamente nella comprensione dell’amore, l’io si separa chiaramente dall’elemento percepito dell’elemento oggettivo e io mi riconosco nella libertà.

Si potrebbe credere che la liberazione con l’aiuto di un approccio corporeo sia un movimento continuo nel tempo, una progressione, ma nei fatti ciò che libera sono quei momenti di comprensione, quei momenti d’amore, in cui ci si ritrova nella propria solitudine; è una successione di comprensioni atemporali, che visti da lontano danno l’impressione di una continua liberazione, di un processo.