L’amore e la differenza nella coppia di Mariette Gerber

L’amore e la differenza nella coppia  di Mariette Gerber
27/08/2010

(Revue CoEvolution. No 2. Été Août 1980)

« Chi si assomiglia si accoppia ». E’ vero che ci sono coppie  che si potrebbero pensare composte da fratello e  sorella, quasi incestuosi nella loro somiglianza fisica e morale.  Ma l’indifferente non produce  l’indifferenza? E più spesso  si incontrano coppie  formate da esseri così dissimili che deve ben trattarsi  di una potente attrazione per essere “altro”. La differenza è già fisica e può culminare  in un avvicinamento di due razze distinte. Meno evidente, ma più fondamentale  e più interiorizzata è la fascinazione  per un’altra lingua, un altro pensiero, un’altra cultura

Nella passione, quella fascinazione è accompagnata dal desiderio profondo dell’annullamento di quella differenza in un’assimilazione a sé.  La passione  suscitata dalla differenza  brucia dal desiderio  profondo di ridurre  quella differenza.  Il diverso attira, ma si desidera intimamente attirare a  sé questa estraneità senza percepire  che così  sarebbe perderla . E’ una ricerca  senza sosta, l’amore attirato dalla differenza  cerca il compimento  del suo desiderio nella negazione della differenza.
L’atto d’amore risponde perfettamente  a questa ricerca: è il momento privilegiato dove perfino la separazione fisica non esiste più, dove si diventa l’altro, dove si è felici  di perdersi nell’altro. Tutti i dati  sono presenti per una drammatica trascendenza della relazione sessuale che culmina nel sentimento della scomparsa di sé in quanto altro, cioè nella pulsione di morte.

E’ possibile che per uno dei due  quella negazione del sé prosegua al di là  dell’atto d’amore: è l’abnegazione, la rinuncia a sé. In quel caso , quella passione avrà portato in sé il germe della propria fine, poiché il soddisfacimento del desiderio arriva a determinare l’altro come indifferente, distruggendo così il motivo profondo  della sua inclinazione. Per sopravvivere, non rimane più all’altro distrutto che diventare il servo idolatra del sé trionfante.
Può essere anche che a fianco dei momenti consacrati solo alla ricerca  l’uno dell’altro, ciascuno dei due esseri conservi la propria forza d’identità, la sua ricchezza, i diversi interessi. L’organizzazione quotidiana tra due sé cosiffatti causerà tensioni parossistiche difficilmente sopportabili, benché uscite dalla passione  di cui portano l’impronta.  Lo stesso atto d’amore arriva a risentirne come pura appropriazione di sé da parte dell’altro. Se non interviene nessun progetto comune , al di là della riproduzione biologica che resta un luogo di  contraddizioni profonde, la rottura fisica  avverrà in modo più o meno drammatico, il più spesso sotto forma di una separazione normalizzata secondo le istituzioni sociali.

A volte la morte, criminale o per suicidio, è la sola risposta alla soluzione di continuità che impone “la vita”.

Per permettere lo stabilirsi nel tempo di una tale situazione , appare necessario un progetto comune, ma forse  insufficiente, se non c’è una volontà  dell’uno o dell’altro  per mantenere quell’equilibrio. Quella volontà si appoggia su di una presa di coscienza della qualità possibile delle relazioni tra due esseri  dissimili. Si opera allora una trasformazione, da che ci si accorge che la differenza è tenace e  la sua negazione provocherebbe l’impoverimento delle relazioni, l’indifferenza.

Molto più positivo sarà il rispetto della differenza. Accettare che esistano vicino a sé un altro pensiero, un altro linguaggio, altre abitudini, altri sogni, diventa sorgente  di arricchimento quando questa attitudine porta in sé la garanzia dell’integrità del proprio comportamento e del proprio sviluppo. Ciascuno porta allora la sua ricchezza intatta o perfino accresciuta nel progetto comune , che può realizzarsi in due o in gruppo, nel lavoro o negli svaghi, nell’arte, nello spirito o nella materia, ma deve occupare una parte essenziale della vita dei due esseri.
Questa trasformazione non si compie come si volta  pagina. La vita è costellata ancora per lungo tempo da gelosie, da collere, da rancori, da crisi. Il suo approccio è progressivo e col tempo si va traducendo in un clima relazionale  particolare dove prevale a volte una certa distanza, a volte una totale confidenza. L’atto d’amore è in questo modo sdrammatizzato. Quella trascendenza della fusione totale di due esseri  che sfociava in pulsioni di morte, lascia il posto ad una ricerca di scambio affettivo ed erotico. Ne risulta una creatività costante dei gesti e dei sentimenti per giungere all’avvicinamento, all’unione, non alla fusione delle due differenze fondamentali, l’uomo e la donna. Non è quello che vuole significare il lingam di Shiva, introdotto nella vagina femminile?

Il sistema biologico, lo scambio e le relazioni tra due individui differenti non è un sistema chiuso. Le sollecitazioni esterne di ogni tipo ed anche la propria entropia, quella tendenza tenace per il dominio e il possesso,  minacciano  il proprio equilibrio che spesso resta precario. Ma la possibilità di sopravvivere  di quel sistema sta  nell’amore per la differenza che lascia a ciascuno la sua integrità, con la capacità di arricchire i momenti comuni di unione fisica e spirituale.

Gerber Mariette Amour, couple,

trad: Luciana Scalabrini