Che cosa c’è dietro la nostra personalità apparente? di André Dumas

Viviamo alla superficie del nostro essere. William JAMES La psicologia è stata a lungo un capitolo della filosofia metafisica, un insieme di speculazioni astratte per le facoltà dell’anima; quelle speculazioni basate unicamente sull’introspezione, sull’autoanalisi , non conducevano mai più lontano del punto di partenza e in quelle condizioni si poteva considerare come il geniale e […]

Conoscersi per superarsi di Robert Linssen

Le dottrine segrete del buddismo tibetano sono dominate da una preoccupazione fondamentale: vedere, vedere prima. Quella vista penetrante è la base essenziale del buddismo in generale e dello Zen in particolare.  Il termine Zen  che impieghiamo è imperfetto; sarebbe più esatto parlare di Ch’an, di cui Bodhidharma, Seng-Tsang, Hui-Neng, ecc. erano i più illustri rappresentanti. […]

Connettersi a se stessi di Marianne Dubois

Da 3emillenaire  n° 97 Connettersi a se stessi 3emillenaire:  Viviamo abitualmente nello stato di coscienza di veglia dove l’ego domina. In questo stato, le relazioni umane sono conflittuali e la nostra percezione dell’ambiente è molto attenuata o inesistente. Quando ci rendiamo conto di questa situazione, può risvegliarsi in noi un’aspirazione a connetterci col tutto. M. […]

Krishnamurti: cosa deve cambiare?

Conversazione  con David Bhom Krishnamurti : cosa deve cambiare? Questa domanda rimane un interrogativo. Questione insolubile dall’esterno, che si deve mantenere viva in sé. Perché è impressionante constatare il modo con cui siamo portati a trovare ogni sorta di spiegazione e di rimedi a una situazione che si giudica negativa come se le nostre reazioni […]

Roger Godel e la scienza dell’essenziale di Thérèse Brosse

22/07/2010 « Dove finisce il nostro compito di cardiologo? Esso non comporta limiti; non si arresta, a dire il vero, né agli aspetti somatici né ad una qualunque profondità della psiche; esso ci invita ad andare più lontano nella direzione dell’unità. CHI è l’essere in cui batte il cuore?  Bisogna in ogni caso avvicinarlo, ascoltarlo […]

La sola libertà: l’istante presente di Marina Borruso

Certamente potete sperimentare una dimensione in cui non siete determinati, in cui avete la scelta. Per questo, basta non essere più identificati con la voce che parla nella testa, con la corrente dei vostri pensieri. Come molte persone possono constatare, agiamo nel modo che dite, molti non sono nemmeno coscienti dei propri comportamenti inconsci. Improvvisamente ci imbattiamo in qualcuno e lì realizziamo che eravamo totalmente assenti, assenti, per niente presenti. E spesso non basta scontrarsi con qualcuno per risvegliarci. Quando guidiamo, ad un tratto realizziamo che non eravamo affatto presenti. Ne prendiamo coscienza perché siamo andati troppo al di là di molti chilometri senza nemmeno sapere da dove siamo passati.

Trovare la sicurezza nel cuore stesso dell’insicurezza di Edouard Salim Michael

L’essere umano ha paura di morire, una paura strettamente legata al timore di perdere il corpo fisico, a cui è così drammaticamente identificato, che è diventato lo strumento attraverso il quale gusta i piaceri del mondo dei sensi e ha una prova certa, pur limitata, di esistere. Così nutre in lui il sentimento cosciente o inconscio che senza il suo corpo, non solo cesserà di esistere, ma che perderà ogni possibilità di conoscere quei piaceri sensoriali ai quali è diventato così attaccato.

Reintegrazione di Eric Baret

La paura di non esser niente è allo stesso tempo la porta per essere. Finchè non si ascolta la paura, tutte quelle a cui si fa fronte sono paure subalterne. La paura primordiale è la paura originale. Prima o poi la si deve liberare da ogni oggettivazione e lasciarla imporsi in tutta la sua follia, la sua violenza. Quel passaggio è indispensabile. A poco a poco si realizza che si dice costantemente no alla paura, coprendola di concetti di giustificazione o di condanna.

Una libera ricerca spirituale? di Thierry Vissac

La tradizione spirituale ci insegna che la ricerca deve essere guidata, perché presenta pericoli da cui la tradizione vuole proteggerci. Se il soggetto della ricerca, il ricercatore spirituale, è in cammino verso se stesso, la scoperta che si trova così semplificata, comporta uno scoglio fondamentale. Infatti ciò che il ricercatore prende per se stesso, è un aggregato di memorie, di pensieri e di certezze sulla base delle quali le scelte che può fare, anche con sincerità, rischiano di essere condizionate dal passato e potranno difficilmente aprirsi alla radicale novità di un lui stesso fino ad allora sepolto sotto pesanti costruzioni.