Il socialismo illuminato di George Sand di Paul Arnaud

a cura di Luciana Scalabrini.

Nella sua proprietà di Nohant, nel 1876, moriva George Sand. Lontano dall’essere unicamente la militante femminista o l’amante incostante che si voglia far credere, George Sand ci è rivelata in questo articolo di Paul Arnold una illuminata, una mistica. Egli ci dice per quale cammino la politica l’ha portata a Dio. E a quale Dio. Ed è allo stesso tempo per lui l’occasione  per illustrare  a noi tutti le correnti spirituali che fiorivano attorno al 1848, dall’occultismo delle società segrete alla franco- massoneria.

Dopo i tentativi senza gloria di Strasburgo e di Boulogne, il principe Luigi Napoleone Bonaparte sembrava aver rinunciato alle sue ambizioni politiche per cercare il mezzo di mettere termine al pauperismo. Pubblicava un piano troppo seducente, l’Estinzione del pauperismo. Lo inviò a George Sand che gli rispose subito, per niente ingannata, senza dubbio, dallo stratagemma: “Sappiateci difendere dalle seduzioni che il vostro carattere, la vostra intelligenza e la vostra situazione esercitano su di noi, per osare dirvi che mai non riconosceremo altro sovrano che il popolo. Questa sovranità ci sembra incompatibile con quella di un uomo; nessun miracolo, nessuna personificazione del genio popolare in uno solo ci proverà il diritto di uno solo (….). Tale è la forza delle leggi provvidenziali che spingono la Francia al suo scopo, che voi non avete missione, voi uomo d’’élite, di trarci dalle mani di un uomo volgare, per non dire altro”. Intendete il re Luigi Filippo. Dopodiché si congratulò col principe di preoccuparsi della “ sorte dei proletari”: “ Ebbene, si, lì è la vostra grandezza!”.

George Sand, Pierre Leroux e Louis Viardot fondano  “la Rivista indipendente”

La lettera rifletteva l’opinione che dal 1842 difendeva la rivista indipendente fondata da gli autori della rivista. Leroux, vecchio carbonaro convinto sansimoniano, ne era il pensatore, il politico appassionato, l’economista impeccabile, il filosofo- teologo. Sand scriveva romanzi, Viardot traduzioni di classici spagnoli e di contemporanei russi.. Leroux provava lì le sue diatribe antigovernative o metafisiche di cui nessuna poté apparire integralmente; e bisognò attendere il 1848 e il 1849 per leggerne tutto il testo. Attaccando la destra con “ appelli ai filosofi” e ai politici, denunciando la plutocrazia, lasciando a Jaques Dupuis l’incarico di dimostrare gli errori del comunismo materialista, Leroux provava come logico che il governo non appartiene che al popolo e col suo estremismo a Dio che solo può guidare l’uomo.

Una nuova religione: la sintesi della conoscenza umana

Ai politici e alle persone note, come Chateaubriand e Saint –Beuve, che gli rimproveravano l’ostilità al cristianesimo  rispecchiato, Leroux, in nome del suo gruppo diceva: “ Non accettiamo questo rimprovero. Se si intende ostilità al cristianesimo in cui crediamo la necessità di una nuova sintesi di tutta la conoscenza umana, accettiamo pienamente la responsabilità di quella opinione; perché è il nostro pensiero fondamentale, quello che abbraccia e lega tutti i nostri lavori. Crediamo che questa sintesi delle conoscenze sia il lavoro che la società compie oggi con la politica, la scienza, le arti, senza averne ancora chiaramente coscienza. E di costruire questa piramide sociale e religiosa: dove è la sovranità? Tre voci si alzano che proclamano la verità e l’errore.

La prima voce  dice: “ La società è nel popolo, il vero legislatore, è tutti: SOCIALISMO

La seconda voce dice: “ La società è nella ragione, il vero legislatore, è ciascuno: INDIVIDUALISMO

L terza voce dice: “ La società è in Dio, il vero legislatore, non è ciascuno, non è tutti: RIVELAZIONE”

E Lerooux rettifica: “ Il vero legislatore è ciascuno con tutti per mezzo della scienza e dell’amore”. Prefigurazione della lettera di Sand al principe Napoleone, ma anche spiegazione delle passioni e delle delusioni dell’intero gruppo nel 1848. Mentre Prudhon prendeva le distanze dalla Rivista indipendente e dal sindacalismo mistico, Leroux predicava la libertà e l’uguaglianza fondate sulla Rivelazione.

Per George Sand l’azione politica era una via d’accesso verso la religione

Come tanti altri intellettuali, come Beaudlaire uscito dal dandismo per sfoggiare una cravatta rossa, George Sand scende sulla strada. Dopo avere, il 9 marzo scritto da Nohant: “La repubblica è conquistata, è assicurata, moriremo tutti piuttosto che lasciarla”; partecipa alle giornate d’aprile per cercare di salvare quello che può esserlo ancora. Non tarda a presentire che la battaglia è perduta. Assiste, atterrita, al trionfo della reazione: “ Temo che la repubblica sia stata uccisa nel suo principio e nel suo avvenire, almeno in un prossimo avvenire. Oggi è stata sporcata da grida di morte” .

Rientra a Nohant, delusa, cercando di agire ancora da lontano e s’interroga: “
Allontano da me lo scrupolo quando si tratta di consigliare e di sollevare il popolo sulla strada. Siamo maturi per rendere un buon conto a Dio  e agli uomini?”, scrive a   Theophile Thoré in fuga, “ Da dove può venire la luce in mezzo ad un tale conflitto di idee false e di formule menzogniere?”, domanda a Mazzini. Perché per lei la politica non è un’ideologia ma la sofferenza e la pietà in azione: “ Soffro, scrive a Barbès detenuto a Vincennes, per tutti gli esseri che soffrono, che fanno il male e lo lasciano fare senza comprendere; per quel popolo che è così addolorato e che offre il dorso ai colpi e le braccia alla catena”. Si distoglierà dall’azione politica per diventare “ la buona signora di Nohant” sempre pronta a soccorrere  quelli che individualmente si rivolgevano a lei. E per sollevare la sua pena e la sua tristezza, scrive,in uno stile graffiante, in uno stile  alla Rabelais un po’ forzato, il romanzo campestre e non solo, della Piccola Fadette, fattucchiera amorosa.

Perché tutta quella agitazione condotta con una passione di donna non è per lei che la via di accesso  di una religione che realizzerà il gioannismo, cristianesimo tutto amore, puro, spiritualizzato, arricchito di pitagorismo.

All’inizio di tutto, molto avanti rispetto ai suoi pensatori, i Leroux, i Lamennais, i Fourier, la giovane Aurore Dupin- Dudevant, la futura George Sand conobbe, in convento, una crisi mistica che per poco non la condusse al noviziato. In una delle pagine della storia della sua vita, racconta il suo ravvedimento preparato da un intenso periodo di devozione; apparve “ tutta ad un tratto una passione che si accende in una anima che ignora le proprie forze”. Non era una meditazione sulla teologia, e nemmeno l’assorbimento  nella preghiera, le due strade che portano alla santità o, se si preferisce, alla conoscenza intuitiva. No, era una via proprio sua, la lettura  delle leggende e delle vite dei santi: “ La fede, il coraggio, lo stoicismo dei confessori e dei martiri mi apparivano come delle grandi cose e rispondevano a qualche fibra segreta che cominciava a vibrare in me”.Soprattutto questo aspetto calorosamente umano della religione vivente avvolgeva il suo cuore e suscitava l’avvenimento; era restata sola nella chiesa, ardentemente concentrata: “ Avevo dimenticato tutto. Non so quel che succedeva in me. Respiravo un’atmosfera di una soavità indicibile e la respiravo con l’anima più che col corpo. Tutto a un tratto non so che vibrazione si produsse in me, una vertigine in tutto il mio essere, passa davanti ai miei occhi un bagliore bianco da cui mi sento avvolta. Credo di sentire una voce: Tolle, lege. Mi volto credendo che sia suor Maria Alicia che mi parla.

Ero sola Non mi facevo illusioni, non credevo a un miracolo… Solamente sentii che la fede si impadronì di me, come avevo sperato, col cuore. Sentì che amavo Dio, che il mio pensiero abbracciava e accettava pienamente quell’ideale di giustizia, di tenerezza e di santità che non avevo mai messo in dubbio ma col quale non mi ero mai trovata in comunicazione diretta.”

Le mondanità familiari misero un termine a quella tentazione in cui le religiose che la circondavano vedevano un segno da provare. Ma l’avventura dell’anima divorziando dal corpo era la preoccupazione costante della giovane romanziera, con già i primi echi in Lélia. Ci vorrà però il simonismo e la focosa dialettica di Pierre Leroux a partire dal 1832 per darle un quadro metafisico abbastanza rigido e in apparenza indiscutibile, rassicurante dove appoggiarsi e dove appoggiare l’immaginazione. Leroux prende da Lavater, da Fourier e da altri filosofi scentisti che “ non vedono che, in tutti i loro fenomeni, l’Universo o Dio interviene sia come fatto o totalità, sia come causa o attrazione, sia come manifestazione presente al movimento”.

Questa affermazione di pura fede suscitava la curiosità della romanziera che si interessava, come tutta l’élite, della frenologia e della fisiognomica e del magnetismo attraverso cui si esprimevano allora i rapporti della metafisica e della psicologia con la scienza di osservazione. Perché nessuna di quelle teorie la convinceva e tutt’al più credeva alle influenze sul sistema nervoso altrui, alle persone simpatiche o antipatiche, “ perché, confessava, l’ho provato e sono forzata a crederci”.

George Sand e l’occultismo. “ C’è una scienza occulta di cui mi vanto, ma…”

Doveva ben esserci una conoscenza occulta; il suo stesso segreto suscitava ancor più diffidenza e ostilità, come esempio di ineguaglianza e di copertura del vizio, che non esercitasse la sua curiosità. Albert, l’eroe di Consuelo e della contessa di Rudolstadt ( apparsa nella Rivista indipendente) non guida Cagliostro che le fa orrore ed è molto reticente per il conte di Saint- Germain che “ aveva una grazia e di entusiasmo e di follia….,se era ciarlatano e perfino gesuita ha molti aspetti, c’era nel fondo di tutto questo una convinzione fanatica che presentava singolari contrasti e gli faceva commettere molte incongruenze”.

Albert- Sand non era vittima della sua magia e le offre questo lucido giudizio: “C’è una scienza occulta di cui mi onoro e in cui sono aiutato da una luce superiore. Ma questa scienza non ha niente di soprannaturale, poiché è puramente e semplicemente quella del cuore umano o la conoscenza approfondita della vita umana”.

Quanto alle società segrete, esse potevano contenere una grande speranza che giustificava la carboneria: “ Non si commette , nelle società umane una sola ingiustizia, una sola violazione di principio dell’uguaglianza che non si abbia un germe di società segreta basata nel mondo per riparare quella ingiustizia e punire quella violazione dell’uguaglianza”

Scrivendo Consuelo e preparando la Contessa di Rrudolstadt, George Sand, romanziera che voleva rallegrare il suo pubblico più che spiritualista in cerca di un rifugio, studia con scrupolo la storia e l’organizzazione, l’ideale della franco- massoneria: “ Io sono, scrive a Maurice Sand nel giugno del 1843, nella franco- massoneria fino alle orecchie. Non esco dal kados e dalla Rosa- Croce e dal Sublime  scozzese. Ne uscirà un romanzo dei più misteriosi”.

Ne esce una delusione di più; perché Albert “ riconobbe l’errore, l’ignoranza, la vanità, l’impostura, la frode che cominciavano allora a infiltrarsi in quei santuari già preda della pazzia a dei vizi del secolo” E la grande decadenza della franco- massoneria all’epoca di Cagliostro giustificava quel giudizio severo. Tuttavia George Sand spera ancora che, dimenticando le rivalità e le meschinerie, tutte le società segrete riunite faranno nascere, un giorno, una sola fede. La romanziera prefigura quell’ideale nell’utopica Loggia degli Invisibili fondata al castello dei Rudolstadt.

George Sand  e la vita dopo la morte: “ I morti non lasciano la tomba, ma vivono attorno a noi”….

Tutti quegli approcci alla spiritualità non soddisfano affatto la sua sete di certezze immediatamente verificabili. Interrogava la credenza sulla metempsicosi che da Saint Germain a Saint Simon, da Nerval a Balzac, da Beaudelaire a Ménard appassionavano il secolo. Pierre Leroux era l’avvocato e il teorico di ciò che chiama “ l’eterno imeneo delle anime dei morti  con il mondo dei vivi” I morti, sosteneva, prendono possesso di un corpo nuovo e proseguono la loro vita nella nostra. Sand non aveva atteso Leroux per sognare, in Lélia attorno a quella idea: “ Ci sono dei ricordi che sembrano quelli di un’altra vita, dei bambini che vengono al mondo con dei dolori che si direbbe contratti nella tomba, perché l’uomo lascia forse il freddo della bara per rientrare nel calore della culla”. Però non ne è convinta.Consuelo vuole cacciare dalla testa di Albert, il preteso reincarnato,  quello che ritiene un fantasma. E  Spiridion non offre una risposta sicura. Questo racconto piuttosto mediocre sul tema del ritornato, Spiridion, fondatore dell’ordine, che cerca di rivivere e di proseguire la sua opera nel corpo di un giovane monaco, racchiude il pensiero dell’autore? George Sand ha provato sul lettore una credenza metafisica? Non ha più semplicemente ceduto a un gusto del pubblico sulle storie degli spettri? Che fede dare a quelle parole dell’eroe:”O  il mio spirito aveva il potere di rianimare ciò che la morte aveva cacciato nel passato, o ciò che la morte ha spezzato aveva il potere di rianimarsi per comunicare con me?” . Più vicino allo scetticismo questa confessione della Sand: “: « I morti non lasciano il santuario della tomba per venirci ad istruire sotto forma sensibile o a riprenderci, ma vivono in noi e la nostra immaginazione esaltata li  risuscita e li mette alle prese con la nostra coscienza”. Sand resterà sempre nell’incertezza, come Consuelo dopo la morte di Albert: “ Certe facoltà restarono incomprensibili ai suoi parenti, come lo sono per lo scrittore che ve le racconta”.

George Sand  e l’estasi: “ Potenza interdetta! Facoltà al tempo stesso naturale e divina! … »

Una porta le sembrava aperta sull’al di là, l’estasi. Aveva sotto gli occhi un esempio, il suo grande amico Mickiewicz, che nel mezzo delle sue esaltazioni poetiche conosceva degli stati ai margini della coscienza, stranamente contagiosi.  Lei ci parla con fervore di una riunione di polacchi dove il poeta cadde in una sorta di delirio: “ Si sentì d’un tratto sollevato dall’entusiasmo al di sopra di se stesso, in una specie di estasi. Ne discute con Pierre Leroux: “ Leroux definisce l’estasi tra le alte facoltà dello spirito umano” In quel secolo ateo la facoltà estatica ha preso la forma di magnetismo.

Si vede da dove è uscito questo passo da Consuelo:

“ Dio non vuole che l’uomo abiuri il sentimento e la coscienza della sua vita reale per elevarsi troppo spesso a vaghe concezioni di un mondo ideale. La demenza e il furore sono alla fine di quelle specie di ubriacature”, ed è tutto il tema del romanzo, come è la chiave delle frenesie di Laurent (Musset) in Elle et Lui. E Consuelo e la contessa  di Rudolstadt vogliono essere uno studio sulle diverse specie di estasi e sui rapporti tra la demenza e la facoltà visionaria, almeno al primo grado dell’opera..
La gradazione va dall’innocente, ispirato naturale, Zdenko, e da Gottlieb, discepolo di Boheme, che realizza la sorgente prima dell’amore divino secondo san Giovanni, ad Albert, l’eroe, il veggente che vede sulla terra gli scheletri, l’illuminato ai confini della demenza, che sentiva la follia invaderlo, ma aveva anche delle idee egalitarie e era il difensore del proletariato.

George Sand e la religione: tutti gli esseri vivono con la grazia dell’Essere universale

Così si definisce la metafisica di Sand che ci svela Albert identificandosi con Pitagora e con Ermete Trismegisto: “ Raccogli pietosamente ciò che è rimasto di Pitagora”, raccomanda a Consuelo il conte di Rudolstadt. E ancora: “Il nome venerato di Trismegisto, non crediate, amici miei, che abbia osato prenderlo da solo: furono gli invisibili che mi ordinarono di portarlo. Quegli scritti d’Hermès… confermano l’antica scienza egiziana”, a cui si è ispirato Platone.