La psicoanalisi corporale di Jean-Claude Duret

3ème Millénarie n. 77 – Traduzione della Dr.ssai Luciana Scalabrini

Incontro con Bernard Montaud, fondatore della psicoanalisi corporale e Jean-Claude Duret, psicoanalista corporale e creatore dell’ IFFC (istituto francese di psicoanalisi corporale).

Presentata come l’ultima nata delle psicoanalisi, questa tecnica di investigazione si basa sul linguaggio del corpo e la memoria corporea. Mette in luce quattro traumatismi precisi: quello della nascita, della prima infanzia, dell’infanzia e dell’adolescenza. Questa psicoanalisi cerca di identificare molto concretamente il modo in cui il passato traumatico influenza la vita presente. Sembrerebbe che la semplice presa di coscienza della propria storia passata non abbia nessun effetto durevole. Così questa ricerca è ottimizzata da un “accompagnamento del vivente” che permette di imparare a spogliare il proprio quotidiano dal passato della storia traumatica passata.

La psicoanalisi corporale si articola perciò attorno a tre principi fondamentali:

–         la riconciliazione col proprio passato;

–         il lapsus corporale sul quale si appoggia la pratica;

–         infine l’accompagnamento del vivente per rendere perenni gli effetti della psicoanalisi nella vita quotidiana.

I protagonisti di questa pratica sono formali: qualsiasi cosa siano e qualsiasi sia la situazione familiare in cui siamo cresciuti, siamo tutti marchiati da quei quattro frammenti che costituiscono la nostra personalità.

Maryline Huband: Secondo voi, perché oggi è così necessario agli uomini fare una ricerca interiore?

B. Montand: La ricerca interiore fa parte dell’evoluzione dell’uomo. E’ un mezzo per superare il proprio passato. Da due secoli l’uomo si dedica soprattutto al suo benessere esteriore, e questo ha generato nel nostro mondo occidentale un grandissimo benessere nella vita. Il 20° secolo è probabilmente il secolo in cui l’evoluzione materiale e il benessere sono più spettacolari. Questo libera tempo e spazio in noi e genera i nostri stati d’animo. I nostri antenati non disponevano di tempo per i loro stati d’animo, erano presi dalle preoccupazioni per la sussistenza della famiglia, sia sul piano alimentare che su quello della salute. Non dimentichiamo che la speranza di vita è aumentata molto negli ultimi due secoli.

Questa evoluzione del modo di vivere, grazie al benessere esteriore, presenta due aspetti interessanti per gli psicanalisti che noi siamo. Prima di tutto è fondamentale occuparsi di quegli stati d’animo per avere una buona salute interiore. In secondo luogo, il benessere esteriore ha preso troppo spazio nelle preoccupazioni degli uomini, tanto che dimenticano l’utilità del nostro mondo interiore e la ricerca del senso della vita.

Ma l’uomo ha la scelta. O riempie il suo nuovo tempo libero con ancor più attività, agitazione, con quella insoddisfazione continua per ciò che non ha detto o non ha fatto, o  approfitta di quello spazio e di quel tempo libero per una ricerca essenziale: “Chi sono?” “Cosa devo compiere su questa terra?”. Riguardo a questo ciascuno è libero.

D: Che differenza fate tra la via spirituale (o cammino) che ha lo scopo di ricercare un senso che permetta di vivere più in armonia con se stessi, e psicoanalisi, che in fondo ha un po’ lo stesso scopo?

B. Montand: La ricerca psicoanalitica approfondita è una forma di laicizzazione della via spirituale. Nelle numerose vie iniziatiche, specialmente in India e in Giappone, ci sono delle tecniche di regressione nel passato. Lo scopo della psicoanalisi è raggiungere un miglior “star bene” con se stessi attraverso la conoscenza del proprio passato. La via spirituale richiede un superamento di sé, a cominciare dalla propria storia passata.

Credo che certe forme di psicoanalisi siano a volte sul punto di diventare vie spirituali-laiche. Ecco perché la psicoanalisi corporale include nel suo percorso globale un accompagnamento del vivente. Un seguire passo dopo passo concreto, che permette di giovarsi della conoscenza del proprio passato, per vivere meglio il presente.

La psicoanalisi corporale introduce la nozione di via spirituale. Così possiamo  parlare di una ricerca intima fatta completamente nell’ordinario. L’accompagnamento proposto nel quadro della psicoanalisi corporale non appartiene ad alcuna religione o tradizione; è solo una ricerca approfondita del proprio passato, per utilizzarlo e vivere meglio il presente.

D: Voi che avete cominciato il vostro lavoro interiore con una psicoanalisi freudiana, potete dirci la novità della psicoanalisi corporale?

J.C. Duret: Queste due psicoanalisi hanno per vocazione una migliore conoscenza di sé. Pensiamo che rivivere e rivisitare il proprio passato non è però sufficiente per stare meglio nel presente. Per questo motivo la psicoanalisi corporale ha introdotto quel cammino di accompagnamento del vivente di cui stiamo parlando. La psicoanalisi corporale è poi caratterizzata dal fatto che identifica quattro frammenti a età precise, dalla nascita all’adolescenza. Sappiamo di preciso il termine di una analisi corporale: termina quando l’analizzato ha scoperto i suoi quattro frammenti.

D: Potete parlarci di questi quatto frammenti?

J.C. Duret: Abbiamo provato a mettere a punto una vera e propri “grammatica” del mondo traumatico, avendo ogni traumatismo un posto preciso, un contenuto e una natura specifiche a seconda del periodo di vita. Distinguiamo, per le nostre attuali conoscenze, due categorie di traumatismi: un traumatismo primordiale e tre secondari.

Il primo sembra contenere un messaggio che gli altri tre hanno il mandato di ripetere, ognuno al suo momento, nelle diverse età dell’esistenza, un po’ come un vaccino seguito dai richiami. Il primo, il traumatismo perinatale, programmerebbe ciascuno di noi in una personalità, cioè in un modo tutto personale di comportarsi nella vita, nelle proprie gioie e sofferenze. Mentre gli altri tre (quello della prima infanzia, l’infanzia e l’adolescenza) sarebbero dei richiami che riattualizzano il programma iniziale secondo le condizioni specifiche di ogni età.

Abbiamo dunque constatato che i traumatismi appaiono in periodi precisi della nostra esistenza e che sono della stessa natura in tutti gli uomini. Così, per esempio, tutti i traumatismi della prima infanzia avranno una costruzione simile, legata alla scoperta di un “segreto familiare”, cioè di tutte le trattative di potere e di seduzione, tutte le reti d’influenza, tutti i conflitti e gli amori inconsci, che formano il tessuto di una famiglia attraverso la sua storia comune.

Nel traumatismo dell’infanzia che ha luogo secondo il sesso, prima dei 12 anni (verso gli 8 anni in generale), quello che si percepisce è il segreto dell’ambiguità sessuale. Appartenendo al genere umano, il bambino imparerà perciò le modalità di provare piacere, sempre accompagnato dal senso di colpa. Poi, con il traumatismo dell’adolescenza, è al mistero dell’affermazione di sé a cui l’adolescente accede, cioè a tutte le difficoltà di esprimere la sua differenza, e ormai dovrà scegliere tra il suo mondo e il mondo dell’altro in ognuno dei suoi amori.

Ecco molto in breve la natura di ogni traumatismo. Tutto è largamente trattato nel libro Allô, mon corps… ed. Edit’ As. Tengo a precisare che la natura stessa del traumatismo, come lo osserviamo da tutti questi numerosi anni, non è affatto legato a una buona o cattiva educazione, a un buon o cattivo stato sociale; appartiene alla natura stessa dell’uomo, alla struttura della sua personalità. Ogni uomo, ogni donna passa attraverso queste diverse tappe che strutturano la sua personalità e contribuiscono al fatto d’appartenere alla specie umana.

D: Che cosa chiamate lapsus corporale?

J.C. Duret: Se la psicoanalisi classica si basa sulla espressione verbale, è attraverso il corpo che la psicoanalisi corporale invita ciascuno a rivisitare la sua storia personale. Da lapsus corporale a lapsus corporale che si concatenano, il corpo fugge dal mentale durante la seduta, come se questo corpo, che ha tante cose da dirci, si mettesse a “parlare” a esprimere avvenimenti e dolori del passato, fuori dal controllo della volontà e dell’intelligenza.

Questo corpo magnifico, incapace di mentire, poco a poco rivela alla mente emozioni e immagini uscite dall’inconscio attraverso sette strati di memoria. I lapsus conducono a un vissuto corporale e psichico molto concreto dei quattro traumatismi del nostro passato, attraverso un vero scenario, con un principio, uno svolgimento e una fine.

D: Che cosa vi permette oggi di affermare che ci sono quattro traumatismi? Perché non uno o cinque?

B. Montand: Al momento attuale della nostra ricerca siamo solo sicuri che ne esistono almeno quattro. E’ quello che ci hanno mostrato tutti gli analizzati che abbiamo seguito per più di una ventina d’anni. Facciamo delle ipotesi moderne del funzionamento della vita umana. Da più di venticinque anni studiamo e osserviamo la vita interiore. Può darsi che ci sia un traumatismo della concezione, ma non possiamo ancora dirlo. Gli psicoanalisti corporali che seguono la formazione continueranno la ricerca e forse porteranno altri contributi al mistero della nostra costruzione psichica.

Il nostro metodo d’indagine è giovane. Speriamo di farlo evolvere ancora perché la psicoanalisi corporale sia meno lunga e più persone possano trarne beneficio. Ora abbiamo una dimensione nazionale, mentre fino adesso abbiamo lavorato in gruppi molto chiusi.Oggi il nostro istituto, l’IFFC, è aperto alla formazione di professionisti. Questo offre un avvenire a questa tecnica!