Risonanza

MARIO  MERCIER

 

RISONANZA

 

Traduzione a cura di Maurizio Redegoso Kharitian

 

 

   Per spostarsi, per progettare il proprio spirito ed entrare in comunicazione con degli spazi quasi indicibili, bisogna sapersi pensare altrove, pensarsi con tutto questo insieme di esseri di cui noi siamo fatti, in quanto l’uomo ha il privilegio di essere un riassunto della creazione terrestre. Tale è il pensiero originale che ci permette di pensare naturalmente con i pensieri degli elementi in noi. Così dovremmo sapere di farci nuovamente albero o vegetale per essere in presa diretta con la luce, farci uccello per impregnarci dei segreti dell’aria, rivivere lo stato di animale o di pietra, fonderci nella Terra alimentatrice, innalzarsi in sole.

   E’ allora che potremo comprendere che la nostra vita è la somma della simultaneità di più vite in noi.

   Lo sciamanesimo ci insegna anche che il visibile non è che la crosta dell’invisibile, e che tutto ciò che manifesta un’esistenza esteriore e concreta per noi, uomini della materia, non è che la conseguenza di un’orditura magica e spirituale.

   Ci insegna che tutto è intrinsecamente vivo per colui la cui visione si estende al di là delle apparenze. L’albero, la montagna, la terra, le stelle, il sole “pensano” e sono dotati di coscienza.

   Ma l’uomo ha dimenticato che è il veicolo di ciò che lo circonda e di ciò che è in lui. Ha dimenticato che è il depositario della Memoria del Mondo, essendo una cellula spirituale della terra messa in libertà. Ed è così che ha perduto la nozione di essere per rifugiarsi nella nozione di esistere. Ha ridotto la sua visione di anima ad una visione frammentaria del mondo e di se stesso. E’ dalla ristrettezza delle sue vedute che l’uomo si è reso prigioniero. Gli basterebbe tuttavia di lasciarsi scivolare nel mistero di una pietra, di una pianta perché altri occhi si aprano in lui e per accorgersi che i suoi occhi, nel modo di quelli del sogno, possono percepire l’essenza degli esseri e delle cose.

   […] Instancabile viaggiatore, l’uomo deve riconoscere la sua appartenenza ai grandi misteri dell’Universo. Il suo passaggio di mondo in mondo equivale a quello di un’ape che vola di fiore in fiore e si carica di polline. Lo spirito dell’uomo è fatto di sedimenti di una tale raccolta e della trasformazione in miele di questo polline spirituale che è il nutrimento della sua anima.

   In questo modo, l’uomo è incaricato di una missione di nascita, che consiste nel seminare della coscienza su tutte le piante dell’esistenza.

   Un giorno, l’uomo troverà la chiave dell’uomo ed il suo angolo di visione dell’Universo oscillerà. Altri modi di concepire i mondi e di seminarli li saranno offerti. Non sarà più un uomo, tanto nella sua forma che nel suo spirito. In quanto se ognuno degli uomini voleva liberare il segreto che porta in lui, il suo segreto di vita, l’Umanità, che non è che un solo Uomo sempre rinnovato, farebbe un grande passo in avanti. Questo segreto può essere capito come un’onda di vita che può rivelarsi sotto diversi aspetti di cui l’Amore e la Creazione sono le linee di forza essenziali…

(Estratto dal “Manifesto del nuovo sciamanesimo”, Ed. Atlantis  www.mariomercier.fr )

3e millènaire:

In questo periodo in cui il pianeta è rudemente messo alla prova dall’essere umano, abbiamo l’impressione di un doppio movimento che è da un lato un’aspirazione a vivere diversamente e vedere gli affari del mondo essere presi in un modo più rispettoso della natura e dell’umano, e dall’altro gli attori attuali della degradazione (industria, finanza ecc.) si aggrappano può darsi con più virulenza alle loro posizioni. Come vedete la situazione?

Mario Mercier:

Si tratta di un fenomeno di bilanciamento. La mia bilancia ha due piatti. Il peso dell’ego umano ha trascinato la bilancia da una parte, ma l’aspirazione attuale è quella di un ristabilimento dall’altra parte, verso un equilibrio. Ma penso che un giorno renderemo la Terra inabitabile. I rifiuti che produciamo non possono essere più digeriti dal Pianeta. Penso fra gli altri ai rifiuti nucleari oggi nell’attualità con Fukushima, o ad altri rifiuti che abbiamo immerso in alto mare come dei cassoni pieni di gas innervanti capaci di fulminare ogni forma di vita nel raggio di migliaia di chilometri quadrati. Questi cassoni finiranno per fuggire. Ed è solo ciò che conosciamo! Se ritorno al nucleare, mi ricordo di un responsabile che diceva che i reattori – li chiamo le pipe del diavolo! – erano sicure per 200.000 anni. Questa è una pretesa aberrante, non sappiamo ciò che abbiamo fatto 6000 anni fa, e saremmo capaci di prevedere su un periodo di tempo così inimmaginabile? Il soldi sono il motore di tutto questo…

3e millènaire:

Al di là di questa constatazione necessaria, ed oggi condivisa dall’immensa maggioranza delle persone, la questione si pone come legame tra l’umano ed il pianeta che lo porta. La vostra pratica del sciamanismo vi ha offerto un contatto particolare con le energie della Natura. Che cos’è questo contatto?

  Mario Mercier:

 E’ un contatto di risonanza. Possiamo entrare in risonanza con la natura che ci circonda. Per esempio, ho incontrato un Essere in una foresta, in un banale sottobosco. Ho scoperto questo albero come se mi chiamasse, in un luogo dove non sarei dovuto andare. Era di una maestosità straordinaria. Quando vediamo qualcosa che emana, come una montagna, un fiume, una sorgente, un albero, un fiore, può prodursi un contatto di risonanza. L’albero non ci parla, certo, ma la sua forza, la sua bellezza, crea questa risonanza in se ed inizia il contatto di dialogo. L’anima si esalta, lo spirito si esalta, ed in base a ciò che percepisce l’uomo che segue la sua dimensione, la sua cultura, il suo spirito visionario, la sua sensibilità, questa bellezza fa esprimere qualcosa che è molto forte in se. La risonanza sarà percepita diversamente da un artista, un saggio od uno scienziato, ma è lì. Abbiamo spesso voglia di toccare l’albero. C’è un induzione magnetica che passa per la pelle. La distanza tra l’albero e l’uomo esiste, ma si salda nella creazione del legame tra l’uomo e l’albero. Questa saldatura prende il nome di ammirazione, di fervore, di preghiera… ma non è un fervore imbecille nel quale tutto il mondo è bello e gentile. Questo pianeta ha anche dei lati oscuri, i suoi demoni, le sue ombre. L’uomo deve fortificarsi, rinforzare il suo senso di lotta in quanto anche se è artista deve restare nello stato del guerriero. Devi conquistarSI, andare nel più Se che sia.

Ma subito, il me si mette in partita: “io esisto, io sono”. Il me è il lato attore dell’uomo sulla scena del mondo. E se siamo coscienti di essere attore, possiamo essere il Se, colui che scrive la Vita, il Mondo. Ma il “me” non ama essere scartato o ignorato, si difende. Ed è per questo, che in una giornata, siamo molto poco coscienti, “dormiamo” molto, essendo quasi integralmente maneggiati dal “me”. Talvolta ci risvegliamo, per ricadere presto in questo stato di “sonno” così particolare. Il “me” è un ruolo che si interpreta, e si tratta di essere coscienti che a dispetto di questo ruolo che la vita mi fa interpretare, non sono “me”.

Ho interrogato un centinaio di persone sui loro sogni, e due di questi sogni mi ritornano alla memoria. In particolare, un attore di teatro sognava in modo ricorrente che era nella notte, sotto la pioggia ed i fulmini, e ad un tratto vide una casa. Corre per rifugiarsi, bussa alla porta, nessuno risponde, spinge allora la porta e che cosa vede?… una scenografia di cinema. Ecco che cosa gli dice il sogno: tu sei un attore, tu vivi in una scenografia e non sei protetto, anche il tuo habitat interiore è una scenografia. L’altro sogno è quello di un uomo d’affari, il cui successo era eclatante ma al prezzo di ignorare la sua famiglia. Aveva un sogno ricorrente: vede che gli viene tesa una carta da gioco, un asso di cuori. La carta era immensa ed il cuore al centro minuscolo. Che chiarezza in questo sogno. Nella vita, e dunque nella Natura, bisogna amare, ma con discernimento. E questa Natura è all’interno dell’uomo.

 3e millènaire:

 Il Pianeta fa parte di un Universo vivente, è così viva come un essere?

Mario Mercier:

  Per me, abitiamo nel corpo di un essere di cui i pianeti e stelle sono le cellule. E’ una veduta del mio spirito. C’è l’immaginario e c’è l’immaginazione. Henri Corbin parlava dell’immaginale, che è la più alta facoltà dell’uomo. Prendiamo in giro l’immaginazione, messa all’indice in quanto “pazza di casa”. Ma tutto ciò che è stato immaginato si realizza! Leonardo da Vinci immaginava delle macchine volanti, dei sottomarini. Ha anche immaginato che la natura è viva, per esempio come dice Baudelaire: “La natura è un tempio in cui dei pilastri vivi lasciano talvolta uscire delle confuse parole…”. E’ molto importante.

   Nello stesso tempo, tutto ciò si realizza ma con una sorta di brutalità. E’ perché è successo troppo velocemente. Pensiamo che la fame e la difficoltà della vita rende gli uomini dei secoli precedenti malvagi. Eccoci oggi sazi, almeno in Occidente, e siamo anche egoisti come prima. Qualche cosa è da cambiare nella natura umana, e se siamo qui è per provare a scoprire ciò che è il nostro proprio mistero. Ma chi si pone il problema? Non potremo mai risolverlo, ma basta il fatto di avvicinarvisi. Come avevo scritto nel “Manifesto del nuovo sciamanesimo”: “l’uomo non sarebbe un’opera d’arte che si ignora? Porta in lui degli spazi di libertà che non conosce e che non comportano alcun limite. L’uomo è portatore di universi. Ne è il recettore ed il distillatore. Questi universi, di cui il suo spirito manifesta in rari momenti la presenza folgorante sono stati raramente riconosciuti da lui come aventi una realtà propria. Spazi nel suo spazio interiore, questi universi sono regolati da leggi che, benché differenti dalle sue, non gli sono meno comparabili per certi aspetti”. E’ ciò che diceva anche un filosofo inglese un po’ dimenticato, George Russel, evocando questi universi, queste dimensioni di cui il nostro spirito porta l’impronta. Quando facciamo dei viaggi nello spirito sul piano sciamanico, viaggi chiamati “Kamlenies”, non si tarda a discernere ciò che è fabbricato dal mentale e ciò che esprime una realtà interiore dai poteri agenti per il bene altrui. Gli sciamani che sono anche degli artisti non sono degli agrimensori dell’universo che siano interni ed esterni. All’inizio, si assiste allo scarico di questo mentale poi qualcosa si produce ed abbiamo accesso ad un’altra realtà.

3e millènaire:

Lo sciamanismo è una messa in contatto con delle energie differenti da quelle ordinarie. Questo contatto non produce, come una evidenza d’essere, la nozione del rispetto-responsabilità di fronte alla natura?

Mario Mercier:

A titolo d’esempio, parlerò di ciò che ho visto a Giava, dove diversi sciamani facevano delle offerte allo spirito dell’animale a condizione che la caccia non superasse una quota di animali uccisi. Se la quota veniva superata, si manifestava la carestia. Ed era così. L’energia di questi sciamani paralizzava gli animali che passavano. Lo si vedeva. Non rimaneva allora che “raccogliere” la selvaggina nella misura di questa quota. Questa responsabilità di fronte alla natura non è passata sul piano del dovere come nel caso delle nostre società. Resta più sul piano della necessità, ma la natura fa anche parte del loro essere. Ferirla è ferire se stessi. Perché lo sciamanismo mi ha interessato? Perché non è una religione né una setta, ma prima di tutto uno stato d’Essere. E’ una via che apre lo spirito alla natura, al mondo, i misteri dell’universo. Lo sciamanismo non rinchiude, apre senza tregua, sempre più lontano.

3e millènaire:

Come fare perché l’essere umano si metta finalmente in risonanza con la natura, con il pianeta?

Mario Mercier:

Non ci sono ricette. Non possiamo cambiare. Il cambiamento non può farsi che nel corso degli anni, molto dolcemente. Se cerchiamo di forzare il cambiamento, si rischia di perdere le direttive dello Spirito. Lo vediamo per esempio nella pittura moderna, l’arte contemporanea. L’artista oggi non è più che un valore di mercato. Tutto riporta ai soldi ed al potere. L’uomo può capire solo nella prova, e ancora! L’evoluzione conosce le sue trappole… la tenebra succede alla luce, e la luce alla tenebra. Secondo me, il movimento è una spirale montante, ma non possiamo cambiare l’umano. La storia di Cristo è esemplare a questo livello, lui che ha cercato di portare la luce sulla terra… Non possiamo dunque semplicemente fare in modo di seminare dei granelli, e poco a poco, forse, qualcosa succederà. In una evoluzione, anche se c’è morte, tenebre e distruzione, la luce finisce sempre per ritornare. Uno Spirito planetario di fraternizzazione è apparentemente già presente, ma penso che l’uomo è fatto per evolversi, che lo voglia o no. In più, la condizione dell’uomo è difficile: le debolezze del corpo, la gravità, la malattia, la morte, la paura, la base emozionale nella quale siamo intrattenuti, tutto ciò è duro per l’essere umano. Sarà presto o tardi obbligato di girarsi verso lo spirito.