Risvegliarsi dallo stato di veglia – 2 parte di Jean Bouchart Orval

La viva immaginazione chiamata bhavana supera in profondità e in potenza la concentrazione o la meditazione (dhyana), che si fissano a degli oggetti precisi separati e, almeno nello stadio iniziale, implicano una dualità tra soggetto concentrato e l’oggetto scelto.
Infatti bhavana ( il cui senso letterale si riferisce al fatto d’esistere) è a mezza strada tra il pensiero concettuale a due poli (vikalpa) e la indicibile intuizione (nirvikalpa) della realtà, di cui non si può dire nulla. Mentre la lentezza è propria della meditazione, bhavana è caratterizzata da una velocità che non lascia nessuno spazio alla riflessione. In essa non ci sono oggetti chiaramente definiti, solo una potente energia pura. Mentre nei riflessi egotici si tenta ancora di scegliere, qui si è scelti.

Risvegliarsi dallo stato di veglia – 1 parte di Jean Bouchart Orval

L’universo intero è immaginato. Il problema non è l’immaginazione, ma piuttosto il pensiero che si appropria dell’immaginazione, che non è qualcosa di personale, ma il fatto stesso della Luce cosciente. Tutto è quella bellezza!
Non ci sono delle cose nell’universo, cioè degli oggetti separati dalle energie della coscienza. Anche se non ci applichiamo per saperlo, la meccanica quantica è stata molto chiara su questo nel 20° secolo. Il mondo dello stato di veglia non è molto diverso dallo stato di sogno. In quei due stati di coscienza, gli oggetti non esistono che per la conoscenza che ne abbiamo. Comprendiamo bene questo in ciò che riguarda lo stato di sonno, perché siamo usciti da quello stato. Ebbene, è lo stesso possibile risvegliarsi dallo stato di veglia.