I sogni nel Taoismo

 

 

PATRICK  BERTOLIATTI

I sogni nel Taoismo

 

Traduzione a cura di Maurizio Redegoso Kharitian

 

Il Tao che può essere espresso

non e’ il Tao eterno.

Il nome che può essere nominato

non e’ il Nome eterno. (Laotze)

 

 

   …in conseguenza di ciò, tentare di definire il taoismo, e’ rischiare di fare un errore. Descritto tra gli altri come una religione, una filosofia, un’alchimia, il taoismo e’ molteplice e non si lascia veramente delineare. Ancora, prima di parlare dei sogni nel taoismo, conviene fare qualche messa a punto sul termine stesso di taoismo.

 

Il taoismo

 

   Fondamentalmente, il taoismo e’ una tradizione religiosa senza un reale fondatore ne’ testo sacro unico. Ciò che e’ centrale, e’ la sua incarnazione in pratiche, comunità e la sua relazione con la Natura, la Via, dove il Tao ha i suoi ritmi. Vi troviamo delle pratiche di meditazione, di salute e di longevità, una dietetica, una maniera di accordarsi alle stagioni, una geomanzia, dei rituali e pratiche mistiche, alchemiche, esoteriche, dei luoghi di pellegrinaggio… ecc.

Il taoismo si appoggia su un corpus importante di testi tra i quali troviamo il Daodejing attribuito a Laozi ed il Zhuangzi dal nome del suo autore. Sono i testi più conosciuti. Ma ne esistono molti altri, come il Lie-tzi, i trattati di Huainanzi, il Wen-tzi…Una prima versione del canone taoista composto nel V secolo comprende già 1400 testi!

Infine, il taoismo e’ una via di realizzazione della natura dello spirito e della realtà, in armonia con i cambiamenti della natura. Ma non e’ una via di risveglio nel senso di risveglio da una illusione per mezzo di una illuminazione. La via taoista, ed in particolare la meditazione taoista che e’ uno strumento centrale, non e’ tenuto a produrre l’unione nel Tao: e’ l’espressione di questa unione.

Seguendo l’ordine della presentazione che precede, si tratterà il sogno del “taoismo” in tre parti: sogni e taoismo religioso, sogni e taoismo filosofico, sogni e meditazione taoista.

 

 

Sogni e taoismo religioso

 

   Esistono dei luoghi di pellegrinaggio taoisti dove sono praticati dei rituali prossimi a quelli dell’incubazione della Grecia antica. I pellegrini vi vanno per ottenere la risposta ad una domanda, un problema… per mezzo di un sogno. Il sogno e’ considerato come il frutto dell’incontro del luogo del pellegrinaggio e del pellegrino. Si elabora a partire dal qi del pellegrino (il qi e’ un’energia vitale fondamentale che circola in ognuno) e dal suo contatto con gli spiriti del luogo. Importa dunque che il pellegrino si sia preparato praticando degli esercizi propri ad aumentare il suo qi, e che lasci il suo spirito aperto all’incontro.

Una volta ottenuto un sogno, gli resterà di capirlo o di farselo interpretare. Ed e’ l’interpretazione del sogno che gli darà tutta la sua forza. Il non ottenimento di un sogno potrà essere interpretato sia come un’insufficienza di preparazione del suo qi o come la sua paura di essere confrontato ai suoi propri segreti. Ma per evitare questo fastidio, avrebbe potuto prendersi cura di fare appello ad un sognatore professionale che avrà sognato al posto suo…!

Questa concezione praticamente materiale del sogno si ritrova nella tradizione popolare onirica cinese in cui e’ anche possibile di comprare un sogno interessante o di vendere un sogno di cui ci si vuole sbarazzare… ma anche di rubare un sogno, stando giusto a ripeterlo parola per parola dopo avere ascoltato il suo racconto dalla bocca del sognatore. Infine, certe leggende raccontano che possiamo entrare in un sogno, ed anche di ritrovarcisi a sua insaputa: sogno e realtà si confondono allora, ciò che e’ forse sempre stato…

 

Sogni e taoismo filosofico

 

   Troviamo nei testi taoisti delle riflessioni filosofiche che non hanno niente da invidiare al meglio della tradizione filosofica occidentale. Per esempio, numerosi testi vi abbordano i paradossi del linguaggio. E’ il caso di Zhuangzi secondo cui la ragione, le parole, i concetti possono non indurre in errore, in quanto non abbiamo più mezzi per sapere se ciò che crediamo e’ di ordine di conoscenza o di ignoranza, che abbiamo mezzi per sapere se siamo o no risvegliati.

Conosciamo la sua celebre parabola del sogno della farfalla: “In precedenza, racconta Zhuangzi, una notte ho sognato che ero una farfalla. Ondeggiavo di fiore in fiore, felice di vivere libero e spensierato nella natura soleggiata. Non avevo alcuna coscienza della mia propria individualità, mi sentivo farfalla. Poi mi svegliavo, ridivenuto un monaco denominato Zhuangzi. Ma chi sono, in realtà? Una farfalla che sogna che e’ Zhuangzi, o Zhuangzi che s’immagina che fu farfalla?”

   Zhuangzi vuole forse dirci che non sappiamo veramente se siamo risvegliati o no, che le cose del mondo sono in uno stato di trasformazione continua, e che per come possiamo svegliarci da un sogno, possiamo anche trasformarci risvegliandoci ad un livello più reale di coscienza. L’ultimo (ri)sveglio conduce all’abbandono del flusso del sogno e del risveglio, dell’essere e del divenire, del vivere e del morire? Ciò che deriva, secondo lui, la divisione tra l’uomo e la natura e’ sbagliata, come lo e’ quella tra sogno e veglia. Si conforma in questo la dottrina taoista secondo la quale quando ci risveglieremo, capiremo che la nostra vita non fu che un lungo sogno.

Altri testi mostrano che finalmente, dal punto di vista taoista, non serve a nulla provare di distinguere la veglia dal sogno, e che non vi e’ nessuna utilità di inquietarsi a proposito di ciò che è reale o di ciò che non lo e’ in quanto queste opposizioni sono in ultima analisi delle fabbricazioni dello spirito umano, ed il Tao le abbraccia tutte.

 

 

Sogni e meditazione taoista

 

      Uno dei principi fondamentali del taoismo e’ il concetto di energia o qi (già visto più in alto). Il qi e’ l’energia vitale fondamentale, che da forma a tutte le cose ed a tutti gli esseri. Essa circola in ogni via dei canali chiamati meridiani, interconnessi tra loro, e che compongono un “corpo sottile”. A disequilibri osservati sui meridiani corrispondono differenti metodi di trattamento (agopuntura, moxibustione, esercizi fisici…). Ma al di fuori delle tecniche medicinali, certe forme di meditazione permettono di facilitare la circolazione, l’equilibrio ed il perfezionamento del qi in vista di favorire l’integrità fisica e spirituale  del praticante, fino all’ “immortalità” del corpo e dello spirito.

La ricerca d’immortalità, che e’ forse lo scopo ultimo del taoismo, utilizza numerose pratiche. La meditazione ne e’ una, e nelle pratiche taoiste interne, il sogno e’ considerato come un tipo particolare di meditazione. Nella “meditazione del sogno”, lo scopo e’ di portare più coscienza, volontà ed attenzione al corpo sottile ed al lavoro del qi.

   La pratica taoista dei sogni considerata come una forma di meditazione non si situa dal lato della tradizione e dell’interpretazione dei sogni, ma piuttosto dal lato della tradizione del sogno risvegliato. Quando parliamo di sogno risvegliato, può trattarsi sia di sognare consciamente, siamo allora dal lato di ciò che si definisce il “sogno risvegliato libero”, sia di svegliarsi in pieno sogno, e siamo dal lato di ciò che chiamiamo il “sogno lucido”. La meditazione taoista del sogno si situa forse più dal lato del sogno lucido.

Raggiungendo la visione taoista della vita diurna assimilata ad un sogno, il principio del sogno lucido consiste nel riconoscimento che stiamo sognando in pieno sogno. Il primo passo della pratica consiste nel guardare la realtà diurna come se essa stessa fosse un sogno. Possiamo per esempio allenarci di giorno ad effettuare certi gesti come se fossero effettuati in sogno (guardarsi in uno specchio immaginandosi di sognare per esempio).

Nella notte, una volta svegliati in sogno (vi sono delle tecniche per arrivarci…), potranno essere effettuati gli stessi gesti. Diverrà allora impossibile differenziare la veglia ed il sogno.

In un primo tempo, il lavoro del sogno permette di risolvere la dicotomia tra veglia e sonno che impedisce di percepire la continuità dell’essere. Per ultimo l’allenamento a questa presa di coscienza apre il praticante alla realizzazione della natura parallela del sonno e della morte. Si pone di facilitare il passaggio della coscienza del corpo fisico verso il corpo sottile al momento del suo sopravvento.

 

 

Conclusione

 

Alla fine, benché la tradizione taoista popolare si sia impadronita del sogno come d’un oracolo, dall’altro lato dello spettro, l’utilizzo interno del sogno e’ piuttosto presupposto di trasportare verso l’immortalità, essendo l’immortale taoista colui che ha trasceso i limiti dell’individualità e della forma.

Tuttavia, il taoismo ricorda che l’utilizzo del sogno non e’ che provvisorio. In effetti, un’altra figura appare in Zhuangzi, quella del santo, l’uomo vero. E secondo Zhuangzi, l’uomo vero, il santo, non sogna. Considera la via e la morte come un “grande sogno” e svanisce nel “grande risveglio” in cui si dispiegano le illusioni del mondo “reale”.