Cristianesimo e Spiritualità del pastore A. De Zeeuw

«E se l’uomo fisico è disceso,

l’uomo spirituale è salito. »

s Paolo.

« Il modo più terribile in cui Cristo fu incompreso

non è di essere passato completamente inavvertito,

no, ma di essere stato per le folle stupide un

oggetto di curiosità: la verità eterna andava per strada;

i ragazzini delle strade correvano da lui, le domestiche

accorrevano alle porte, sgranavano gli occhi al suo passaggio,

ma nessuno, assolutamente nessuno rifletteva

su ciò che era che lo impressionava o no. »

S. Kierkegaard – Journal – 1846.

GESù Cristo, asse dell’evoluzione umana, la cui missione era stata predetta da diversi saggi nei santuari dell’India, della Persia e della Caldea, è diventata per noi europei una personalità  puramente storica.

Per gli uni è il taumaturgo benevolo che ha un rimedio per ogni specie di paziente, per gli altri è l’uomo che rivoluzionò l’Asia con una saggia filosofia.

Ancora oggi sono rari  quelli che comprendono la profondità divina di Gesù. La maggioranza dei credenti ama dirsi cristiana, come l’uomo sandwich che passeggia  con un’insegna che per lui è molto scomoda, un abito forzato che gli toglie la facoltà di essere se stesso, come la pubblicità della casa che rappresenta che gli resterà sulle spalle. Quanti cristiani non si comportano  come l’uomo sandwich, proclamandosi discepoli di Cristo, fintanto che quest’ultimo possa ben identificarsi  con i loro costumi e le loro abitudini.

I ruoli si trovano in qualche modo rovesciati e siamo noi che tentiamo di manovrare il verbo Divino piuttosto che lasciarlo agire in noi, per noi.

Questa è la vera ragione, benché la psiche umana si sia col suo lungo lavoro sciolta dalle tenebre primitive, con cui rischia di perire nella decadenza e nel disordine.

Duemila anni fa, lo stesso pericolo minacciava le civiltà greche e romane, e fu necessaria l’incarnazione della “Parola che era all’inizio” del verbo divino sotto la figura umana.

Voltafaccia prodigioso, rivoluzione interiore di una portata incalcolabile, che doveva cambiare la faccia del mondo. Ne risulta una trasformazione della mentalità umana in cui i due poli furono in qualche modo capovolti.

Si ebbe una scissione, una soluzione di continuità tra le due grandi facoltà umane. La sensibilità e l’intelligenza, l’intuizione e la ragione. Fino ad allora, l’intuizione aveva dominato con la veggenza, e la ragione non aveva giocato che un ruolo secondario; la scienza era la docile figlia della religione. La saggezza primordiale era una combinazione armoniosa delle due. Ora la conquista e il dominio del mondo materiale diventava lo scopo principale dell’umanità.

Da una parte la ragione trionfava con il sillogismo di Aristotele, dall’altra il sentimento celebrava la sua sublime vittoria con la vita, la morte e la resurrezione di Gesù. Lo spirituale trionfava sul temporale,  lo spirito aveva infine ragione della concezione fisica dell’uomo: il corpo.

Il corpo è ciò che l’uomo ha in comune con gli animali. Il suo spirito è ciò che lo fa superiore.

La formazione fisica dell’uomo gli fa ignorare la sua essenza più intima che lo distingue  dagli altri esseri, dalla pietra , dalla pianta e dall’animale; è il suo io divino, la sua anima, la sua scintilla divina. Gli Hindu la chiamano Manas, i cristiani Dio. Con quell’io inesprimibile e incomunicabile l’uomo si eleva al di sopra di tutti gli esseri terrestri, gli animali e tutta la creazione. Attraverso lui solo lui comunica con l’io infinito, con Dio.

Sono lì i germi che sono stati gettati nel mondo da Cristo per lo sviluppo di un cristianesimo spirituale. E’ questa stessa spiritualità che fece che Cristo potè restare indipendente da  ogni influenza umana, ma dipendente da Dio.

All’incontrario dell’insegnamento di Gesù ( che bisogna interpretare nel senso vero della parola, cioè sapere, conoscenza ) ,la scienza e la religione divennero due potenze separate, rivali e nemiche.

Da qui il dualismo che da duemila anni divide e lacera la coscienza umana. Ora, lo scopo essenziale dello esoterismo cristiano fu, fin dalle origini, di rimediare a quel dualismo e di preparare  dei concetti ed una disciplina capaci di riconciliare le due potenze nemiche: religione e scienza, l’intuizione e la ragione, il cui intento e l’azione combinata possono aspirare alla verità e assicurare all’umanità uno sviluppo normale.

Dopo l’intellettualismo, il terzo ed ultimo stadio della conoscenza di Dio, dopo l’intuizione  e il sapere, sarà la spiritualità. Al di sopra del piano intellettuale si colloca il piano spirituale; è questo che l’umanità raggiungerà nei secoli seguenti e verso il quale tende fin da ora.

La fraternità umana e il culto del Dio unico sono senza dubbio tratti essenziali del cristianesimo, ma non ne sono che l’aspetto esteriore e sociale e non l’aspetto interiore e spirituale. La novità misteriosa, intima e trascendente del cristianesimo  è d’aver creato l’amore spirituale, il fermento che trasforma  l’uomo interiore , il lievito che solleva il mondo.

Gesù ci dice: “ Se non lasci tua madre, tua moglie e il tuo corpo, non puoi essere mio discepolo”. Questo non vuol dire  spezzare tutti i legami  naturali, ma l’amore esteso al di là della famiglia, a tutti gli uomini e cambiato in una forza vivificante e creatrice.

Il cammino dell’umanità va dallo spirituale inconscio attraverso l’intellettualismo allo spirituale cosciente.

Solo la spiritualità farà che la conoscenza di Dio sarà come un fiore che sboccia dal fondo dell’anima individuale, ben differente dalla scienza divina imposta dal di fuori sotto forma di dogma come una sorta di logica soprannaturale, ma esteriore all’uomo.

Il Cristianesimo compreso in tal senso è il più potente sviluppo della libertà individuale e della religione universale con la fratellanza delle anime libere. La tirannia dei dogmi sarà allora sostituita dall’illuminazione della saggezza divina che è: intelligenza, azione e amore.

Pasteur DE ZEEUW

(a cura di Luciana Scalabrini)

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