La Rosa- Croce e la nascita dello spirito scientifico di Aimé Michel

( tratto  dall’archivio di 3millenaire, a cura di Luciana Scalabrini)

A lungo ignorato dagli storici convenzionali, il movimento dei Rosa- Croce, trattato  da Frances A. Yates nella sua opera La Luce dei Rosa- Croce”, è per la prima volta l’oggetto di una vera ricerca storica.

Nell’articolo qui sotto Aimé  Michel sviluppa alcuni punti che consentono di affermare che la Rosa- Croce fu nel secolo XVII° un movimento sia intellettuale che religioso, una tappa della cultura europea, cardine tra il Rinascimento e la Rivoluzione scientifica. Gli adepti di questo importante movimento esoterico favorirono la nascita delle moderne scienze e in particolare della chimica e delle matematiche, pur restando profondamente attaccata alle scienze ermetiche tradizionali come l’alchimia e la magia.
L’influenza dei Rosa- Croce, che erano al margine della conoscenza scientifica e della ricerca spirituale fu senza dubbio molto maggiore di quello che si potrebbe supporre prima dei lavori di Yates.

Sono successe cose strane all’inizio del XVII° secolo. Certe sono conosciute, tanto note che forse  accecano lo sguardo: Keplero scopre le leggi dei movimenti dei pianeti, Galileo vede per la prima volta i satelliti di Giove, le montagne della Luna, fonda la dinamica misurando la caduta dei corpi, Cartesio percepisce come in una visione i principi del metodo scientifico e della fisica teorica. Tanti avvenimenti straordinari in così poco tempo! Per ritrovare una tale esplosione di prodezze intellettuali, bisognerebbe risalire ai tempi di Talete, alla nascita della scienza greca.

Pertanto da qualche anno, gli eruditi delle vestigia del XVII° secolo, epoca che partorì la razionalità moderna,  dipingono un paesaggio ben diverso da quello della chiara ragione. Uomini tutti intrisi di magia escono dall’ombra, i neo- platonici, gli ermetisti, Giordano Bruno che fu bruciato  il primo anno di quel secolo per aver insegnato il primato della religione egiziana e l’infinita pluralità dei mondi. Nessuno ha risuscitato questa realtà storica  nascosta nella leggenda dorata che Yates dell’università di Londra, ha raccontato.
È raro che  fatti che escono dall’ordinario siano divulgati dalle vie accademiche. Questo è il caso. Ci si può fidare di Yates, perché gli eruditi più critici del mondo, gli inglesi, hanno riconosciuto il valore delle sue scoperte, ammettendolo tra i loro più rispettabili scienziati. Yates è membro della British Academy e della Royal Society  of Literature e precisamente per i lavori fatti su quell’epoca.

I fratelli della Rosa- Croce e la nascita della scienza sperimentale.

Il tema della Rosa- Croce per la prima volta a chiare lettere in due brevi trattati anonimi pubblicati a Cassel nel 1614 e 15. Questi due testi che si potranno leggere in francese nel libro di Yates eccitarono subito l’immaginazione dell’Europa.
Si presentavano infatti come il manifesto di una società di sapienti che lavoravano da tempo in segreto secondo i principi ricevuti da un saggio fino ad allora sconosciuto , il fratello C. R., cioè Crhristian Rosenkreutz, o Rosa- Croce.
La vita di quel saggio, sul modello dei grandi saggi dell’antichità, come Pitagora o Talete, comportava l’inevitabile viaggio trai grandi saggi d’oriente, dagli Arabi di Gerusalemme, di Damcar e di Fez , e dagli Africani. Da loro aveva appreso le matematiche, la fisica, la magia. Ma ecco lo spirito nuovo, dalla seconda pagina della Fama (il primo di quei libretti) : “ Ogni anno gli Arabi e gli Africani si riuniscono per interrogarsi sulle differenti arti, per sapere se sono state realizzate scoperte migliori e se l’esperienza ha confutato le ipotesi”

Ecco dunque nel 1615 chiaramente posto il principio della scienza sperimentale moderna. I fratelli della Rosa- Croce, senza scoprirsi, invitavano tutti i sapienti  d’Europa a mettersi in rapporto tra loro per, come si dice adesso, costruire il mondo di domani.
Ma mettersi in rapporto come? Non lo dicevano.

Fino a qui gli eruditi ripetevano di libro in libro i due manifesti (la Fama e la Confessio ) che rivelavano al mondo l’esistenza dei fratelli della Rosa- Croce. , che erano in realtà l’opera di un certo Johann Valentin Andreae, autore di una terza pubblicazione apparsa nel 1616, intitolata Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz.

La  vita di Andreae è conosciuta per la sua autobiografia dove descrive le nozze chimiche  come una farsa senza importanza, una presa in giro. Una farsa dunque ispirata  ai manifesti. Le date ravvicinate,  l’identità dell’eroe potevano far pensare che anche l’autore fosse lo stesso e che se Le nozze chimiche assomigliavano ad una parodia era per un’altra  abilità di Andreae: lui si smarcava dai manifesti con la canzonatura, dunque non era l’autore e i misteriosi ed ipotetici fratelli Rosa- Croce ne acquistavano un surplus di realtà.

Fin dove possono risalire le origini della Rosa- Croce? Ma anche se Andreae fosse l’autore dei manifesti, non avrebbe inventato i Rosa –Croce , perché l’ordine della Rosa- Croce era già iscritto sotto un altro nome, Confederazione della milizia evangelica, in un libro pubblicato nel 1604 da un certo Simon Studion, la Naometria. Ora, nel 1604 Andreae non aveva che 18 anni.

La Naometria, dice Yates, è un sorta di profezia apocalittica abbastanza oscura che annuncia con un linguaggio simbolico il trionfo di una Lega di principi riformati dell’Europa del nord sotto il re di Francia Enrico IV ( che fu assassinato 6 anni dopo).  Quello che è curioso è che vi si vede un disegno che rappresenta una croce che ha al centro una rosa, e che la simbologia usata è una numerologia fondata sulle proporzioni del Tempio di Salomone, due fatti che ci sono diventati familiari con la simbologia massonica.

Eccoci dunque risaliti fino al 1604. Si può andare indietro, con certezza, più lontano nel tempo alle origini della Rosa- Croce? Si.
Il manifesto del 1615, la Confessio, è accompagnato da una sorta di appendice intitolata “Breve considerazione su una filosofia più segreta.  Di che filosofia si tratta? Da una parte è quella stessa dei manifesti, ma Yates nota che una gran parte del testo è ripreso parola per parola da un libro del famoso astronomo matematico e occultista inglese John Dee, la Monas Hhieriglyphica, pubblicata nel 1564!

Eccoci dunque risaliti fino a John Dee, che è con Thomas Digges,il più eminente sapiente inglese del secolo.

Ma Dee era un sapiente e un occultista versato in tutte le arti segrete: Kabbala, astrologia, alchimia. Ha anche avuto un ruolo politico importante negli intrighi che tentarono di annettere la Boemia all’ Impero austriaco. Nel1583  era a Praga, e iniziava Rodolfo II alle arti segrete, insegnandogli una dottrina nel contempo mistica, scientifica e politica. A lungo viaggiò in Europa centrale, incontrando tutti gli spiriti illuminati. Secondo Yates “ si può considerare che il movimento che sottende le tre pubblicazioni rosicruciane ( i due manifesti e le nozze chimiche) è in ultima analisi uscito da John Dee.” La questione di sapere se Dee porta idee dall’Inghilterra, se le trovò in quella Praga abitata da sempre dagli spettri o che ci siano delle correnti sotterranee ancora da scoprire nei secoli precedenti spetta ai ricercatori. Un primo punto è certo: lo spirito della Rosa- Croce era già vivo in Inghilterra e nel l’ Europa centrale alla metà del XVI° secolo

Cartesio fu un fratello della Rosa- Croce?

La Rosa –Croce fa la sua apparizione in Francia nel 1623 in diversi libri che ne denunciano il diabolico  malaffare. Secondo il gesuita Garasse, che pubblica quell’anno “  La dottrina curiosa dei belli spiriti di quel tempo”,i Rosa- Croce hanno fatto un patto col diavolo e occorre trattarli con la ruota e il rogo. Un altro francese, Gabriel Naudé, attribuisce loro ,al contrario, i recenti progressi della scienza, in due libri del 1623 e 25.
Capita che nel momento in cui i Rosa- Croce hanno la massima fama, in Germania e i Boemia, il giovane Cartesio si trova in quei paesi come soldato del principe Maurice de Nassau . Si sa che la sua “illuminazione” da dove usci il Cogito, ebbe luogo nella notte tra  9 e il 10 novembre del 1619  a Neuburg, sul Danubio. Nel giugno del 1620, incontra il matematico e occultista Johann Faulhaber, autore nel 1615 di un libro dedicato ai fratelli della Rosa- Croce. Rientrò a Parigi nel momento stesso in cui i Rosa- Croce si manifestavano per la prima volta nel 1623.

Da qui la domanda che si fa spesso se Cartesio sia stato un fratello della Rosa- Croce. Fu accusato di questo al suo ritorno e forse fu in pericolo. Ricusò questa accusa con un incomparabile sillogismo:” I Rosa- Croce sono invisibili, nessuno li ha mai incontrati. Ora, eccomi. Dunque…” Non gli si domandò se l’invisibilità dei fratelli non fosse una adesione clandestina, e per lui tutto finì lì. Non si saprà mai la verità, a meno che non si scopra  qualche libri di magia, ciò che non è escluso.
Un membro del Collegio invisibile fondatore della fisica moderna.
Non si può riassumere il libro profondo e immensamente documentato di Yates. Andiamo alla conclusione( provvisoria e ricca ancora di enigmi non risolti )

Con Cartesio vediamo per la prima volta il segreto rosicruciano incrociare il cammino della più alta  scienza. Cinque anni dopo i tragici avvenimenti d’Europa centrale cacciano in Inghilterra dei rifugiati di Polonia, di Boemia e del Palatinato. Tra essi, dei sapienti che fondano una scuola a Chichester. Ancora una quindicina d’anni  e si trovano le prime allusioni a un Collegio invisibile. In una lettera datata 1646 il giovane Robert Boyle domanda al suo vecchio precettore dei libri  “ che faranno di voi il benvenuto nel nostro Collegio invisibile”. Ricordiamo che Boyle scoprirà presto il meccanismo della combustione , che per primo distinguerà tra mescolanza e combinazione, in breve è uno dei fondatori della scienza moderna. Nel 1647 scrive: “ Le pietre angolari del Collegio invisibile mi onorano sempre della loro compagnia. E ancora: “ Queste pietre angolari sono gli uomini di spirito  così competenti e acuti che la scuola filosofica non è che la parte inferiore della loro conoscenza…” ( allora filosofia voleva dire scienza).

Di chi dunque un uomo come Boyle poteva parlare e questa volta in tutta sincerità poiché si trattava di lettere private? Gli eruditi inglesi di cui si conosce la tenacia, non sono mai riusciti a saperlo.

Nel 1648 John Wilkins, cappellano militare dell’Elettorato palatino e uno dei fondatori della Royal Society, descrive nella sua Mathemathical Magyck una lampada per uso sotterraneo. Aggiunge che questa lampada “ si dice che abbia visto nel sepolcro di Francis Rosicrosse e che essa è dipinta nella Confessio di questa fratellanza”

Miss Yates rileva i bizzarri errori di quella frase. Non è Francis ma Christian ,non è nella Confessio ma nella Fama che è descritta la lampada. Yates suppone sia una interpretazione errata di Fra, Frater. Ma l’altro errore? Si ha l’impressione che Wilkins ripeta senza ricordarsene bene, qualcosa che ha sentito….Sentito dove?

Tra la Rosa –Croce e la scienza dei legami misteriosi
Così, come un fiume sotterraneo che a volte affiora, il segreto della Rosa- Croce si lascia intravedere (o è un’illusione?) all’origine della rivoluzione spirituale da dove è uscita l’umanità moderna. Dopo la fondazione della Royal Society scomparve definitivamente come se la sua missione fosse compiuta. Lo è? La franco- massoneria è una erronea riproduzione, come  il segno di un segreto perduto? Queste domande, e molte altre, rimangono senza risposta.