Riflessioni di Wei Wu Wei

A cura di Luciana Scalabrini.

Tutti i fenomeni non sono che il risultato di una oggettivazione del nostro mentale. Sono necessariamente condizionati e sottoposti alla catena della causalità.

La causalità, essendo sottoposta a  ciò che concepiamo come tempo e spazio, implica il tempo e lo spazio e viceversa.

La causalità e la volontà devono essere considerate l’espressione di un unico processo.

Di conseguenza tutte le attività temporali sono condizionate e sottomesse alla catena  della causalità (scelte, volontà, identificazioni, memorie, ecc.).

E invece:

L’intemporalità non può essere sottomessa alla catena della causalità

Ma, chiunque siamo e chiunque possano essere gli esseri sensibili,  siamo tutti intemporali, nella nostra essenza profonda e senza saperlo e tutto ciò che si produce esteriormente nello spazio e nel tempo è unicamente fenomenico(condizionato, causale, relativo).

Di conseguenza la volontà nel suo aspetto fenomenico non è che una manifestazione del concetto di me. Deve essere un elemento nella catena della casualità (delle servitù).

Una tale volontà non esiste mai in quanto tale, al livello della realtà noumenica. Questa funziona in una perfetta spontaneità, indipendentemente da ogni calcolo, da ogni scelta, da ogni concettualizzazione e da ogni attività fenomenica.

La volontà noumenica (o piuttosto attività noumenica) non è né la volontà che ci è familiare né la non volontà; è wei, l’azione pura da cui sono escluse tutte le interferenze che provengono da un concetto del me.

Questa è la nostra realtà ultima, questo è ciò che siamo (in profondità) senza tempo, liberi da ogni oggettivazione. Questa è la vera natura di tutti gli esseri sensibili.

Tale è la realtà profonda della natura che si manifesta e  ritorna nella non manifestazione. Tale la natura di chi nasce e muore, di chi cresce, fiorisce, matura, si riproduce, muore. Tale è la vita non volitiva dell’uomo del Tao.

Dal punto di vista del noumeno:

« Chi » è lì per possedere o esercitare la volontà?
« Chi » è lì per sperimentare i risultati della volontà?
« Chi » è lì per creare delle cause?
« Chi » è lì per averne gli effetti?

Non ci sono entità per esercitare la volontà, non ci sono entità che ne patiscono i risultati.

* * *

Dal punto di vista esteriore dei fenomeni:

Oggetti e soggetti del mondo fenomenico sono il risultato della temporalità.

Cause ed effetti del mondo fenomenico sono dipendenti anche loro dall’apparente continuità del tempo.

Oggetti e soggetti del mondo fenomenico non sono mai separati e non sono indipendenti; non sono che un concetto che rivela il meccanismo della manifestazione.

Cause ed effetti del mondo fenomenico non sono separati, ciascuno è doppio, dipende dal tempo, descrive il processo operazionale dell’universo manifestato.

Cause ed effetti del mondo fenomenico come la dualità oggetto e soggetto non sono semplici concetti divisi dall’illusione del tempo. Le cause e gli effetti del mondo fenomenico e gli oggetti – soggetti sono degli aspetti di un semplice concetto fondamentale. Essi sono identici.

Possono essere chiamati con una sola espressione: quella del soggetto che crea le cause oggetto effettuandone gli effetti.

La causalità è un termine che designa il processo di oggettivazione col quale l’universo sensoriale fenomenico è prodotto.

* * *

E invece:

La soggettività noumenica è eternamente non toccata dalla causalità, è incondizionata e libera.

(traduzione commentata da R. Linssen)
( « All Else is bondage » de Wei Wu Wei, Hong-Kong University Press, Hong-Kong 1964).

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Wei Wu Wei