Dal conflitto all’unità delle profondità di Robert Linssen

estratto da 3millenaire a cura di Luciana Scalabrini
Seconda parte

Non ci si deve meravigliare se il senso dell’amore si va via via perdendo.
Che senso si dà alla parola amore? Quali sono le reazioni emotive mentali che provoca questa parola?
Certamente, come suggerisce Korzbysky, la parola non è la cosa e la carta non è il territorio. L’amore non si spiega né si commenta; l’amore si vive Come? Domanda inutile e stupida. L’amore si sa, è tutto. Allora il tutto dell’amore è il sesso?
Bisogna riconoscere che c’è l’amore tenerezza. Ma molti hanno perso il senso della tenerezza.

Perché il senso dell’amore vero è perduto; le caricature più deformate dell’amore si affermano sempre più: amore mercato, amore droga, amore pornografia, amore orgia, ecc..
Quando l’essere umano è prigioniero di una pseudo -civiltà che organizza inconsciamente l’uccisione dell’amore e del silenzio interiore, non può essere altrimenti. Si fa pressante il desiderio di compensazioni. Da lì spesso nascono i vizi ed un’attività sessuale  snaturata.

Legami stretti e una costante interazione tra i livelli fisici, psichici e spirituali dell’energia fanno porre la domanda se il famoso Aids non sia il risultato di una risposta della natura a certi aspetti psicologici di comportamenti legati ai problemi di quello che viene chiamato amore.»

II. La seconda corrente: influenze positive.

Fortunatamente le influenze positive sono sempre più numerose dagli anni 1970-80 e proseguono il loro progresso.

Tendono a neutralizzare gli effetti distruttivi; forse sono in relazione col cervello destro, che è considerato contribuente alla percezione globale e olistica ( termine che viene spesso usato negli ultimi anni ).

Un nuovo paradigma si sta affermando, che parte da una visione unitaria dell’essere umano e dell’universo capace di ispirare un senso diverso dell’amore e un superamento dell’ego come lo evocano le saggezze antiche e più in particolare la spiritualità orientale.

Il senso fondamentale delle grandi verità spirituali è sempre lo stesso. Il fatto totalmente nuovo e senza precedenti è in un accordo e in una complementarità con la scienza.
Tra le branche di questa bisogna sottolineare l’evoluzione della nuova fisica. Come scrive Gary Zukav: ” La sola grande rivoluzione del XX secolo si è fatta nella fisica”

L’autore sottolinea la complementarietà della fisica e della psicologia.  Dice che lo studio della fisica è intimamente legato allo studio dei processi della coscienza umana.

I  lettori abituati agli antichi trattati dedicati alla filosofia delle scienze e alle scienze stesse si domanderanno che rapporto potrebbe esserci tra la nuova fisica quantica, per esempio e l’aspirazione a un nuovo senso dell’amore. Tali considerazioni sono state sempre giudicate estrapolazioni inopportune.

Ma dal 1977 le cose sono molto cambiate. Si tolgono molte barriere e  i comparti stagni che sembravano dover separare per sempre le scienze pure, la cultura, l’etica e la vita mistica scompaiono uno dopo l’altro.

Così dice Ilya Prigogine,Premio Nobel 1977:

« Il tempo di una separazione in comparti stagni tre le scoperte della scienza pura e la cultura è passato. Siamo attualmente i testimoni d’una nuova alleanza tra elementi che, lungi dall’escludersi,si completano a vicenda. »

Tra i precursori della nuova visione olistica dell’universo e dell’essere umano nel mondo scientifico, bisogna citare il fisico Erwin Schrodinger, David Bohm, Karl Pribram, professore all’università di Stanford, specialista della neuropsicologia del cervello, Fritjof Capra, professore di fisica all’università di Aberkelley, i fisici G. Chew e B. Nicolescu, B. Josephson, il fisico J. Charon. Tra gli studiosi di altre discipline segnaliamo G. Bateson, Ken Wilber, R. Ruyer. Questi pensatori contribuiscono alla nuova visione olistica del mondo.(citiamo anche Teilhard de Chardin, nonostante la sua opposizione al superamento dell’ego ).

Commenteremo più particolarmente i lavori di D. Bohm, di Gary Zukav e di Fritjof Capra che mettono in evidenza  una complementarietà della nuova fisica quantica, la nuova psicologia transpersonale, il superamento dei limiti dell’ego e lo stato dell’amore vero.

In questa nuova ottica l’universo è considerato come l’unità organica di un solo e stesso Vivente. Questo sottende che ogni essere umano, ogni oggetto, infinitamente piccolo  o infinitamente grande, la terra, il sole, le stelle vicine o lontane, le galassie situate a milioni di anni – luce fanno parte integrante di una totalità- una vivente e possono essere considerate membri apparentemente separati di  uno stesso corpo cosmico.

Il lettore attento si porrà subito la domanda di come sia possibile considerare l’universo nella sua totalità come l’unità organica di un solo e stesso vivente. Una tale unità presuppone una continuità di contatto, dei legami organici stretti che permettano una intensità di scambi, la costituzione di un corpo appartenente ad uno solo. Ora, un semplice sguardo sugli spazi interplanetari e le immensità interstellari o intergalattiche ci mostrano l’immensità degli spazi vuoti che la stessa luce metterebbe milioni d’anni a percorrere.

La nuova fisica quantica ci mostra l’errore, d’altronde comprensibile, di una tale visione delle cose. In effetti gli spazi cosiddetti vuoti che consideriamo come un niente sono invece il luogo della più alta concentrazione di energia. In altre parole, tutti gli aspetti visibili dell’universo, e i pianeti, gli essere umani, gli oggetti, le stelle, le galassie e gli spazi che consideriamo vuoti si profilano sulla tela di fondo di una sola e stessa Realtà fondamentale, monoblocco di uno solo.

Questa base unica e fondamentale è definita da Raymond Ruyer “il luogo dell’universo di cui il mondo familiare non è che il contrario”. D. Bohm lo definisce in inglese “ground” che significa il fondamento, nei dialoghi con Krishnamurti lo definisce come la sorgente.

Infatti questa sorgente suprema dell’universo, sebbene di uno solo, monoblocco, non ha niente di simile ad una realtà statica. La maggior parte dei fisici di avanguardia la considerano come un campo di coscienza universale in continua pulsazione creatrice. Altri la paragonano ad un vasto oceano o ad un fiume di fuoco vivo, sempre rinnovato, intemporale, senza causa. È a questo livello che si trova il Vivente situato ben al di là della vita e della morte biologiche.

Il movimento di questo Vivente è totalmente estraneo ai movimenti lineari che ci sono familiari. Questi implicano il tempo, lo spazio e le loro reciproche divisioni nel mondo esteriore, manifesto. A livello del “ luogo” dell’universo, nel di dentro delle cose, il tempo e lo spazio non sono più separati. Il campo di coscienza che forma l’essenza ultima dell’universo è un movimento di creazione. Col pensiero non possiamo conoscere che dei movimenti  residuali che implicano la divisione tra il tempo e lo spazio. L’unità dello spazio- tempo che regna nel di dentro delle cose( che Bohm definisce come ordine implicito) sfugge completamente ad una rappresentazione mentale. L’esperienza mistica fondamentale che implica lo stato di vero amore ne rivela sperimentalmente il contenuto  con una presa di coscienza sopra- mentale.

Col pensiero, che è residuale e limitato, non possiamo che vedere ciò che è residuale e limitato. Bergson ha descritto in modo geniale una delle differenze essenziali tra il Vivente e il residuale. Il Vivente è paragonato al fiorire sempre rinnovato di un razzo la cui luce folgorante è  di uno splendore troppo vivo per essere guardato, senza esserne incenerito, per Bergson la materialità dell’universo manifestato è formata dall’insieme dei resti spenti di una presenza misteriosa in continuo stato di fioritura e di creazione. Questo è quello  che abbiamo definito nei nostri saggi con il movimento di creazione, totalmente diverso dai movimenti di traslazione e di trasformazione di natura.

Alle soglie del terzo millennio, la fisica ha smaterializzato la materia a tal punto che non possiamo più dire come Bergson, che la materia è l’insieme dei residui spenti perché la materia vive ed una intensità di vita inaudita si manifesta all’interno del più piccolo sasso come negli organismi più complessi, e questi ai livelli elettronici e subatomici.

\Gli antichi concetti dei reparti stagni che separano la materia degli organismi viventi dalla materia cosiddetta inanimata, inerte o non vivente sono del tutto superati.

Nell’ottica della nuova fisica quantica solo i campi sono reali e sostanziali. Quando andiamo di profondità in profondità, al di là e all’interno delle molecole, degli atomi e degli elettroni, dei protoni, nei neutroni e dei pioni, al di là dei costituenti sub- protonici e sub- neuronici e dei quark, arriviamo ai campi. Non c’è più esteriore o interiore né al di là. È a questo livello che si localizza la più alta concentrazione di energia.

Per contrasto alla alta concentrazione di energia e di sostanzialità dei campi, paradossalmente, la materia che crediamo il solo simbolo della sostanzialità sembra quasi insostanziale. Questo è il grande rivolgimento dei valori su cui insistono gli specialisti della nuova fisica quantica. Bohm ne espone le basi essenziali nel famoso colloquio di Cordova.

La nuova visione olistica dell’universo non si limita a mettere  l’accento sull’unità di un campo di coscienza cosmico supremamente sostanziale; insiste soprattutto sulla nozione di trama che forma il tessuto dell’universo considerata come unità organica di un solo Vivente.

Come la trama di un tessuto è formata dall’intreccio fitto e complesso dei fili, la trama del tessuto di cui è formato il Gran Vivente che è l’universo risulta dall’incrocio di miliardi di fili, ma questi sono di natura molto differente Infatti i fili che formano la trama di un tessuto sono fissi, inerti e statici. I fili del tessuto universale sono invece molto fluidi, mobili, rapidi come il lampo. Sono miliardi di onde che si incrociano e si sovrappongono e dei campi inter connessi costantemente.

Le nozioni di unità dinamica, di legami reciproci, di interconnessioni reciproche di interdipendenza e di interpenetrazione reciproche costituiscono elementi di interpretazione favorevoli al superamento dei limiti dell’ego e ad un senso superiore dell’amore. È d’altronde in questa ottica che sono le conclusioni dei dialoghi tra Weber, Bohm e Capra . Il concetto di una energia amorizzante era già stata formulata da Teilhard de Chardin e ripresa poi da Jean Charon.

Tra gli esempi più suggestivi d’unità, d’interdipendenza e d’interpenetrazione reciproca degli esseri e delle cose che abbiamo considerato a torto separate ricordiamo il nuovo concetto di particella. Come scrive il fisico Nicolescu. “ Una particella esiste perché tutte le altre particelle esistono”.

Questo enunciato fondamentale ci fa capire a qual punto la nozione di trama è importante nella nuova visione olistica. Il fatto che una particella esista perché tutte le altre esistono ci mostra l’ampiezza dell’interazione e dell’interpenetrazione reciproca dei costituenti ultimi dell’universo.

La nuova fisica quantica ci mostra che in ogni particella (elettrone o protone )  c’è qualcosa di tutte le particelle dell’universo e, reciprocamente, in tutte le particelle dell’universo  qualcosa di quella particella. In altre parole c’è qualcosa di tutti gli esseri e le cose dell’universo in noi stessi e c’è qualcosa di noi stessi in tutti gli esseri e le cose dell’universo.

Si troverebbe molta difficoltà a trovare l’immagine o l’esempio del processo più suggestivo di comunione, d’unità e d’amore.

È da notare che i fisici fondamentalisti che optano per la visione di un universo  a partire da mattoni fondamentali e distinti gridarono vittoria quando furono scoperti i quark. Ma la vittoria fu di breve durata perché i fisici globalisti dimostrano alla luce della nuova fisica quantica che un quark isolato è inesistente tanto è dipendente e penetrato dell’energia di tutti i quark dell’universo.