La storia dei dieci pazzi di Douglas Harding

02/11/2009
(rivista Voir. No 9. Primavera 83)
Dieci pazzi, che avevano deciso di partire per un viaggio, a un certo momento trovarono sulla loro strada un fiume dalla corrente rapida e tumultuosa. Bene o male riuscirono ad attraversarlo. Allora, arrivati all’altra riva, per verificare se veramente tutti erano arrivati, cominciarono a contarsi. E ciascuno ne conta nove. Tutta la gente  si profonde in grida di dolore e lamenti per la sorte del povero fratello annegato.
Per caso un monaco venne a passare di là. Preso da compassione, si mise a provare loro che tutti e dieci erano sani e salvi. Chiese loro di contare le grida di dolore, mentre dava a ciascuno un duro colpo di bastone. Questa volta, ne contarono dieci e ripresero la loro strada, del tutto rassicurati.
Ecco lo  zoppicante epilogo  di un aneddoto tradizionale.( si trovano diverse versioni in India, in Cina e in Europa). Non possiamo inventare un’altra fine a questa storia?

I nostri stolti non erano ancora lontani, quando uno di loro fu assalito dai dubbi.  Tornando sui suoi passi, trova il monaco e gli dice: “D’accordo, ho sentito dieci grida di dolore, ma sono gli uomini che possono annegare, non gli “ahimè” e gli” ahi” e gli esseri umani si contano per testa. In conclusione, ce ne sono sempre solo nove”.

Convinto di avere a che fare con un vero pazzo, smettendo di discutere, il monaco condusse il  buon uomo verso un posto dove il fiume era calmo e profondo ed esclamò indicando col dito le profondità sotto lo specchio dell’acqua:” Ecco il decimo uomo!”  “Ve l’avevo detto!”disse il pazzo “Ecco il corpo del nostro povero fratello annegato” E si mise a singhiozzare “Ma sei tu, là nell’acqua!”. A queste parole il folle scoppiò a ridere “Evviva, sono io!”.

E corse alla ricerca  dei suoi nove compagni per dir loro che andava tutto bene e che era lui che si era annegato. Ma erano partiti. Lui restò solo senza compagnia, nemmeno di se stesso, che si era annegato.

a cura di L. Scalabrini