Lo spirito è nella materia di Jean-E. Charon

06/09/2010

Il lettore troverà qui l’esposizione della prima versione della particella intelligente che era limitata all’elettrone e che, più tardi, si è generalizzata a tutta una classe di particelle che possiedono uno “spazio interiore”…

 

(Revue Teilhard de Chardin. No 79-80. ottobre 1979)

Conferenza il occasione del 19° simposio internazionale Pierre Teilhard de Chardin.

Chi siamo? Siamo queste corpo che vediamo riflesso in uno specchio? O piuttosto siamo lo spirito, che non è il corpo, ma che è capace di prendere coscienza del corpo e della sua immagine riflessa nello specchio?

Tutto ciò che abbiamo vissuto dalla nascita è stato sentito attraverso lo spirito, che ha memorizzato i nostri ricordi. E’ lui che ci ha fatto amare o detestare, lui che ha  preparato ad ogni istante l’azione che stavamo per fare, lui ancora che guida  ora il pensiero  che abbiamo o la parola che pronunciamo. Bisogna perciò concludere che siamo questo spirito. Senza di lui il nostro io scompare completamente. Rappresenta ciò che siamo, dalla nascita alla morte.

Ma è certo che lo spirito che chiamiamo nostro, non avesse una esistenza propria anche prima della nostra nascita? Quando guardiamo all’opera ogni cellula  del nostro corpo, non possiamo impedirci di essere meravigliati davanti al sapere che c’è per costruire il nostro corpo dalle due cellule iniziali del momento della fecondazione, fino all’essere formato, con tutti gli organi e le sue potenzialità.    Non si deve dire che è ancora lì lo spirito che opera, poiché le azioni al livello cellulare fanno apparire un sapere che fisici e biologi  sarebbero lontani d’essere capaci di riprodurre? Questo sapere cellulare non è la prova che lo spirito radicato nel più profondo di noi stessi, che affonda le radici nel passato che risale molto prima della nostra nascita, un passato nel cui corso lo spirito avrebbe gradualmente appreso il suo sapere nella materia? Non ci sarebbero allora, come presentiva Teilhard de Chardin dei livelli della particella più elementare di materia, un fuori e un dentro, il fuori avendo le proprietà della materia bruta(leggi fisiche), il dentro conferendo alla particella certe caratteristiche spirituali?

E che succede del nostro spirito dopo la morte corporale? Le religioni ci hanno promesso la vita eterna per il nostro spirito: ma si tratta solo di un pietoso augurio che è una speranza di sopravvivenza, o quella eternità della vita spirituale, o quella eternità della vita spirituale può oggi essere confermata dalle  conoscenze scientifiche? In ogni caso un punto parrebbe definitivamente acquisito: non è più convincente, per la scienza contemporanea credere allo spirito come a una entità eterea che esiste senza il supporto di qualche materia. Tuttavia questa conclusione non fa che far nascere un nuovo interrogativo: poiché dopo la morte corporea la nostra materia  finisce per ritornare alla polvere, cioè a quelle particelle elementari di materia che la fisica ora ha il compito di studiare, si deve pensare un’altra volta, come ha fatto Teilhard, che è in quelle stesse particelle che risiede l’essenza del nostro spirito e che l’eternità spirituale è una conseguenza della durata della vita praticamente illimitata di questa materia elementare?

Sono domande alle quali vorrei cercare di rispondere. Essendo fisico, mi limiteròa lle questioni che riguardano la fisica. Non toccherò problemi sotto l’aspetto della biologia e ancora meno della teologia.

In un’enorme diversità di aspetti, la natura ci presenta una grande unità di meccanismi fondamentali, dal più piccolo al più grande. E’ quello che giustifica la ricerca delle cosiddette teorie unitarie, che  hanno l’ambizione di comprendere in alcune leggi naturali solamente, ma di vasta portata, la spiegazione del comportamento di tutta la materia, dall’atomo alle stelle e alle galassie. L’unità dei fenomeni permette di utilizzare a volte la conoscenza del  più piccolo per meglio spiegare il più grande, e a volte il contrario. E’ così che lo studio della luce, prima fatto sulla terra e gli elementi chimici che contiene, ha permesso poi di spiegare la costituzione e il fondamento delle stelle, analizzando la loro luce. I sistemi stellari coi pianeti che girano attorno a una stella centrale, hanno suggerito  al fisico Rutheford, all’inizio del 900, il modello dell’atomo, con un nucleo centrale analogo al sole e degli elettroni che girano come pianeti attorno ad esso. Si scoprì che nel cielo ci sono  stelle molto dense  che pulsano, che vennero chiamate pulsar. Lo studio di quella materia super-densa ha permesso di sviluppare modelli di nucleoni, particelle che formano il nucleo centrale degli atomi che, in scala minuscola, sono anche loro oggetti sferici in pulsazione con una densità dell’ordine di quella dei pulsar. Ma, l’abbiamo notato, girano attorno al nucleo centrale atomi, come pianeti attorno al sole, piccole particelle chiamate elettroni:  ci sarebbero anche nel cielo oggetti cosmici che assomigliano agli elettroni, e ci aiutano a capire meglio la loro struttura? Gli astrofisici sanno che è così; questi oggetti sono i buchi neri e l’elettrone somiglia ad un piccolo buco nero. Vediamolo da vicino.

Una caratteristica essenziale che distingue gli elettroni da tutte le altre particelle atomiche, come i nucleoni costituenti il nucleo, è il fatto che possiedono una massa non nulla, ma di dimensioni geometriche nulle; in altre parole tutte le loro interazioni con le altre particelle conducono a ricondurle a punti matematici di volume nullo. L’elettrone attraversa  un nucleone senza subire interazioni forti, cioè passa nella materia come un proiettile senza volume. Come la logica rifiuta di ammettere che una massa non nulla sia contenuta  in un volume nullo, si è tentati di pensare che il volume dell’elettrone non sia nullo, ma che si nasconda fuori dallo spazio abituale. Un’immagine sarebbe quella di aghi posti su di un foglio di carta che sembra di veder muoversi da soli; come si rifiuta di ammettere sia opera dello spirito santo, si pensa che gli aghi si muovano perché qualcosa si nasconde  sotto il foglio di carta e guidi gli aghi nel loro movimento  invisibile allo spettatore. Questa è l’idea che può venire riguardo all”elettrone invisibile: il nostro spazio  avrebbe un  sotto, o un fuori e qui sarebbe il volume dell’elettrone che allora non avrebbe che un punto ( matematico) di contatto con lo spazio ordinario, quello direttamente accessibile ai sensi.

Ci sono oggetti cosmici che giustificano l’esistenza di un fuori dallo spazio osservabile? Gli astrofisici  ammettono che sono appunto i buchi neri. Hanno questo nome perché sono fuori dallo spazio in cui vengono puntati i telescopi; niente può uscire da quel fuori dallo spazio, nemmeno la luce.

Un buco nero è la tappa finale della morte di una stella. Quando essa è bruciata col suo combustibile, si raffredda  e le forze gravitazionali, che tendono  ad andare verso il centro della materia della stella, non sono più compensate dalla pressione dei gas caldi che contrastano quella concentrazione. In quella fase terminale la stella si contrae sempre di più e la materia che contiene diventa sempre più densa. Ora si sa  dopo Einstein e la sua teoria della relatività che una stella curva lo spazio attorno a lei e che per una stella data questa curvatura è tanto più forte quanto il raggio è diventato più piccolo. Nello stadio finale dell’agonia di una stella, tutta la sua materia si condensa in una sfera che presto ha solo qualche chilometro di diametro paragonabile al sole che è dell’ordine  del milione di chilometri. Proseguendo la contrazione,  la curvatura dello spazio diventa così forte attorno alla stella morente che lo spazio viene come a chiudersi completamente attorno alla stella. Il fenomeno somiglia a quello che succede quando si pinza un palloncino, in modo da formare una specie di ernia non avendo più col pallone iniziale che un punto di contatto; si hanno allora due palloni, uno grande e uno piccolo. Così la stella morente, contraendosi provoca un’ernia nel nostro spazio ordinario osservabile e questa dove si trova chiusa costituisce un vero” fuori” dal nostro spazio osservabile. Questo spazio annesso al nostro spazio ordinario è situato fuori di lui e si chiama buco nero.Non esiste nessuna comunicazione tra il nostro spazio e il buco nero e  nessun oggetto esce dal buco nero per entrare nel nostro spazio. M esso può avere un’influenza indiretta syl nostro spazio , per esempio segnalare la sua presenza per mezzo di un campo magnetico, agendo sulle particelle del nostro spazio che vengono a passare nelle vicinanze del punto di contatto tra il buco nero e il nostro spazio.

Gli astrofisici pensano di aver messo in evidenza l’esistenza di un primo buco nero nella costellazione del cigno. Si dubita però che non si tratti di una osservazione facile, perché non esce dal buco nero nessuna luce e che si tratti di una vera caccia al fantasma. Ma ciò che c’interessa non è sapere  se i buchi neri, previsti teoricamente sono osservati effettivamente o no, ma piuttosto le proprietà molto particolari che le ricerche teoriche hanno contato per lo spazio contenuto nei buchi neri. Infatti questi hanno attirato l’attenzione dei fisici sulle nuove caratteristiche a cui lo spazio poteva prestarsi, non essendo  questo spazio così semplice di come si credeva per dei millenni. Possiede non solo un dentro accessibile ai nostri sensi, ma un fuori, dove si possono dissimulare oggetti invisibili, che hanno influenza sul nostro spazio osservabile. Diventa allora naturale pensare che,  se si è portati a dare all’elettrone un volume nullo, è perché questo sviluppa le sue dimensioni non nel nostro spazio osservabile, ma fuori da questo spazio. E infatti gli studi più recenti di fisica teorica mostrano che si potrebbe fornire un modello che renda conto in modo soddisfacente di tutte le osservazioni relative all’elettrone, assimilandolo ad un piccolo buco nero. E le proprietà che gli astrofisici avevano scoperto per lo spazio dei buchi neri, che questi siano osservati o no, sono allora valide per il  piccolo buco nero, della cui esistenza siamo certi.

Quali sono le proprietà dello spazio e del tempo in quel “fuori” dell’universo dove si muovono elettroni e buchi neri? Lo spazio e il tempo cambiano i ruoli quando si passa dal dentro al fuori dello spazio osservabile. Nel dentro lo spazio  si consuma continuamente, come il nostro tempo; e tuttavia in questo fuori si muove, come si muove in ogni direzione nel nostro spazio ordinario. Alla fine, questo significa che ,se un viaggiatore entrasse in un buco nero, o in un elettrone, vedrebbe continuamente scorrere davanti a lui tutte le informazioni contenute in quello spazio; d’altra parte quelle informazioni avrebbero una specie di collocazione nel tempo, nel senso che il viaggiatore potrebbe dire: questo è avvenuto dieci giorni fa, questo ieri etc…. Insomma avrebbe accesso alle informazioni del buco nero o dell’elettrone, come per noi le informazioni memorizzate dalla mente, cioè con la possibilità di gestire il campo delle informazioni e di datarle cronologicamente.

Si tratta ancora di una proprietà essenziale dello spazio di un buco nero o di un elettrone, il tempo non scorre qui dal passato al futuro, ma dal futuro al passato. Una delle conseguenze fondamentali è che, nei buchi neri e negli elettroni, le leggi della fisica devono inscriversi invertendo il segno del tempo. Così, mentre le cose evolvono degradandosi, se non interviene la mente in quella evoluzione,( principio dell’entropia crescente) nello spazio dei buchi neri e degli elettroni, l’evoluzione tende a ordinare sempre più le informazioni in rapporto alle altre  (neghentropia crescente).

Scopriamo dunque che le proprietà dello spazio nel fuori dello spazio ordinario sono quelle che si possono attribuire allo spazio della mente. Memorizzare l’informazione, ricordarsi di una precisa informazione, ordinare le informazioni in rapporto alle altre.(ragionamento).

Queste proprietà sono quelle dello spazio che racchiude una particella che entra in abbondanza nel minerale, nel vegetale,nell’animale e nell’umano, l’elettrone.

Così ecco il problema posto in tutta la sua generalità: il nostro corpo contiene miliardi di elettroni la cui struttura permette di  assimilarli a dei piccoli buchi neri, e questo dà loro la possibilità di memorizzare e ordinare sempre più, nel corso della loro vita,quasi eterna, le informazioni che prendono dal mondo esterno. Riprendendo Teilhard, la fisica moderna ha confermato che certe particelle elementari, gli elettroni, possiedono un dentro, e non solo un fuori Il fuori è caratterizzato dalle proprietà fisiche dell’elettrone, il dentro invece si caratterizza per le proprietà spirituali quindi è portatore di spirito. Si può anche dire che il livello di coscienza di quello  spirito si eleva continuamente, poiché le informazioni memorizzate dall’elettrone non possono mai perdersi, come non potrebbe perdersi la luce che è chiusa in un buco nero.

Ecco dunque un oggetto nella composizione del nostro corpo dalla memoria perfetta e dalla coscienza sempre crescente. Allora possiamo dire che la mente è la mente contenuta negli elettroni del nostro corpo? Su un problema così importante dobbiamo essere prudenti. Per la risposta da dare,essa è un pò quella che riguarda i mondi abitati dell’universo: tutti gli studi astronomici mostrano che ci sono certamente nel cielo miliardi di pianeti che hanno condizioni atmosferiche,  climatiche, chimiche vicine alla nostra terra,quindi c’è la probabilità dell’esistenza di altri mondi abitati e che la nostra terra non sia l’unica portatrice del vivente  e del pensante nella totalità del cosmo, dove le stelle sono centinaia di miliardi. Questo è vero anche se la vita o il pensiero  non sono ancora stati messi in evidenza nella minuscola regione dove abbiamo potuto fare osservazioni dirette, Marte o Venere per esempio. Probabilmente, se abbiamo in noi particelle, gli elettroni, che hanno lo spirito, c’è una migliore possibilità che ciò che chiamiamo spirito sia costituito  dallo spirito degli elettroni del nostro corpo, piuttosto che l’ipotesi contraria che vuole cercare altrove.O almeno, fino a che i biologi ci avranno dimostrato che lo spirito è altrove e non là dove l’hanno già localizzato.

Ma bisognerà che accettiamo anche le conseguenze di questa ipotesi di lavoro. Ammettere che l’avventura spirituale dell’universo è l’avventura spirituale degli elettroni e non solo quella delle macchine come il minerale, il vegetale, l’animale o l’umano, cui  gli elettroni partecipano per averle inventate.

Riprendendo l’antico motto degli gnostici del primo secolo,  noi chiameremo ormai eoni questi portatori dello spirito nel mondo, riunendo in questa parola le proprietà fisiche e spirituali della particella chiamata attualmente elettrone dai fisici. La tendenza a non separare più completamente materia e spirito nella descrizione scientifica dell’universo si è già manifestata qualche anno fa: il movimento, se si può chiamare così, pare essere nato principalmente a Pasadena e Princeton negli Stati Uniti nel1970. All’origine sono stati dei fisici e degli astronomi, a cui si sono aggiunti biologi, medici e psicologi. E più recentemente dei teologi.

I neo-gnostici di Princeton e Pasadena hanno conservato dell’antica filosofia degli gnostici l’idea che ciò che chiamiamo spirito è indissociabile da tutti   i fenomeni  ai quali l’universo ci fa assistere, sia fisici che psichici. Occorre allora essere capaci di avere una conoscenza scientifica dello spirito, cioè di farne una descrizione in termini scientifici, e di rinnovare, se necessario, anche il linguaggio scientifico. Ma per permettere allo spirito di accedere al rango di fenomeno scientifico, i neo-gnostici rifiutano dall’inizio di mettere l’uomo al centro del fenomeno pensante; quando l’uomo afferma “io penso”,dovrebbe più correttamente dire” pensa”, o” regna un campo magnetico nello spazio”,o che l’uomo della strada dica “piove”. In altre parole,  esiste una realtà profonda, dappertutto presente nell’universo, che è capace di far nascere il pensiero nello spazio nello stesso senso che un elettrone è capace di fare nascere attorno a lui un campo elettrico o magnetico nello spazio. Il pensiero è presente dappertutto, così nel minerale, nel vegetale o nell’animale che nell’uomo.

Ciò che occorre augurarsi è che l’attitudine neo-gnostica che cerca di imperniare attorno ad un immenso popolo di eoni, e non attorno all’uomo, l’avventura spirituale dell’universo, non conduce per niente a concludere che l’uomo è in qualche modo manipolato sul piano dello spirito da quel popolo di eoni. Non sono gli eoni che pilotano il mio spirito. IO sono quegli eoni , nel senso che in ciascuno degli eoni del mio corpo è presente il mio io. Non solo l’attitudine neo-gnostica non fa dell’uomo una marionetta i cui fili sono tirati da altri,ma suggerisce che la nostra persona partecipa direttamente a tutta l’avventura spirituale del mondo, una avventura che trae le sue radici nell’origine dell’universo, circa quindicimila anni fa che terminerà con lui…se l’universo deve finire un giorno.

Dalle prime ore del mondo, gli eoni avrebbero così progressivamente accumulato e ordinato l’informazione. Per accrescere sempre più in qualità e quantità le informazioni che memorizzano e ordinano, avrebbero inventato  macchine, che si chiamano per esempio il DNA, i virus, la cellula, il vegetale, l’animale, l’umano. E continuano. Gli eoni hanno il tempo  dalla loro parte. Hanno sconfitto la morte, perché la loro durata è illimitata.

Si può dimostrare che gli eoni hanno proprietà psichiche che ricordano quelle della macchina umana, ed è naturale, se il nostro spirito è lo spirito degli eoni. Le ho distinte in conoscenza (informazioni dal mondo fisico esterno), amore (scambio reciproco di informazioni con altri eoni), riflessione (riorganizzazione di informazioni memorizzate, e atto ( azione nel mondo esterno).

Gli elettroni che si incontrano nel mondo fisico hanno saperi e livelli di coscienza assai diversi, come tutte le popolazioni viventi. Quelli che ne sono capaci, tenuto conto della loro esperienza vissuta anteriore, solo quelli partecipano all’elaborazione del vivente e del pensante.

Quelli hanno uno spirito che si è affinato attraverso reincarnazioni successive, fin da un passato lontano, in macchine viventi o pensanti sempre più elaborate. La strada dell’evoluzione spirituale non è tracciata in anticipo, il popolo degli eoni è alla continua ricerca dell’obbiettivo, fondando su un livello di coscienza sempre più elevato nel tempo.

Gli eoni che partecipano alle strutture del nostro corpo, come il DNA delle cellule nervose ,per esempio, rinnovandosi per tutta la vita, possiedono ciascuna tutte le informazioni della nostra vit fin dalla nascita. L’insieme di quelle informazioni costituisce il nostro conscio.Formato da una molteplicità di eoni, fornisce un forte sentimento di unità al nostro io: i nostri eoni hanno in comune le informazioni della vita  vissuta, pensano in armonia, come musicisti con la stessa partitura. D’altronde non ci meravigliamo quando i biologi spiegano lo spirito come il risultato del funzionamento dei miliardi di neuroni del nostro encefalo. Il nostro spirito soggiace ancora ai nostri neuroni, si radica  nella più elementare struttura del corpo, gli elettroni.

Le informazioni degli eoni che si riferiscono alla vita vissuta prima della nascita costituiscono l’inconscio. A volte giungono in modo simbolico fino al conscio. Questa voce interiore che esce senza linguaggio prestabilito dal più profondo della carne,  può trasmetterci qualcosa di una vita anteriore è quella che alcuni sono in grado di percepire,  profeti o  saggi. Possiamo avvicinarci a quella comprensione e a quella sensibilità con la meditazione.

E poi, certo, c’è la conseguenza che ci interessa tutti, perché risponde alla nostra angoscia quella della morte: la nostra vita spirituale non termina con la morte corporea,poiché i nostri eoni portano con loro, quando il corpo sarà tornato alla polvere,il nostro io, cioè la totalità dei ricordi accumulati nella vita terrena, quei ricordi che formano il nostro cosciente. Fino alla fine dei tempi.

“Tu sei polvere e ritornerai polvere” dice la genesi. Capiamo improvvisamente l’immensa portata simbolica di questa parabola. Infatti ci promette la vita eterna,poiché questa polvere di cui siamo fatti è portatrice di tutta l’avventura del mondo, un’avventura a cui il nostro spirito partecipa a pieno titolo per sempre.




is (1977).