Questo blog pubblica articoli tradotti in italiano dalla rivista francese “3e millénaire”. La rivista trimestrale “3e millénaire” ha anche il suo sito web : www.revue3emillenaire.com

Vimala Thakar e la sua prospettiva di vita – prima parte, di Vimala Thakar.

Degli studenti e dei professori dell’Università di Brandbu (Norvegia) sono venuti ogni anno al monte Abu per incontrare Vimalaji e discutere con lei dell’educazione e della vita olistica. Durante la loro visita del 1994, hanno domandato a Vimalaji di descrivere per loro la base della sua comprensione della vita. Grazie alle serissime investigazioni di questi giovani cercatori, abbiamo un riassunto della prospettiva di vita di Vimalaji.


Non cercate il vostro io nella mente di Eckart Tolle

In realtà, no. I problemi della mente non si possono risolvere sul piano mentale. Quando avete visto la base di questo disfunzionamento, non c’è veramente molto altro che avete bisogno di imparare o capire. Lo studio della complessità della mente farà forse di voi un buon psicologico, ma questo non vi condurrà sicuramente al di là della mente. Così come lo studio della follia non è sufficiente a instaurare la salute mentale. Avete già compreso il meccanismo di base dello stato d’ incoscienza, cioè l’identificazione con la mente, che crea un falso me, l’ego, e lo sostituisce al nostro vero io, che irradia dall’Essere. E come Gesù ha detto, voi diventate “un ramo tagliato dalla vigna”.


Vivere con la domanda di Jean Klein

La domanda ultima alla quale tutte le domande si riferiscono alla fine. Arrivate all’ultima domanda quando avete esplorato tutte le domande relative. Per domande relative, voglio dire: tutte quelle domande che non esprimono pienamente ciò che cercate davvero.


Sentire il cervello di Jean Klein

Quando i muscoli sono sentiti, sono liberi da tutti i condizionamenti, perché la sensazione libera le tensioni e le reazioni. I muscoli sono ricondotti al loro stato naturale. Potete sentire il cervello nello stesso modo, anche se questo è ignorato in neurologia. Quando il cervello è sentito, si distende completamente e tutte le sue vibrazioni rallentano. Quando il cervello è profondamente disteso,non c’è più localizzazione; così non ci può essere concettualizzazione. Non potete più pensare, perché pensare è una localizzazione, principalmente situata nella regione frontale. Così non è necessario difenderci dal pensare, ma semplicemente arrivare allo stato assoluto di rilassamento del cervello.


Sofferenza e contemplazione di Jean Klein

Il dolore appare per qualcuno. Se voi vi identificate con il vostro dolore, siete completamente sommersi e allora lottate, vi difendete. Il dolore vi permette di situarvi, di comprendere che non siete ciò che è dolore; voi siete, in qualche modo, il conoscitore di questo dolore. Quando lasciate che la sensibilità si svegli completamente, a quel punto c’è una massa di sensibilità ma non c’è più dolore; resta una sensazione.


Io non esisto di Rajit Mahraj

Ranjit Maharaj è nato il 4 gennaio 1913 a Bombay. A 12 anni incontrò il suo maestro Siddharameshar Maharaj che fu più tardi il maestro di Nisargadatta Maharaj.Ranjit Maharaj non cominciò a insegnare che a 70 anni, nel 1983 per il numero crescente di cercatori cha andavano davanti alla sua porta.


Sofferenza reale e sofferenza immaginaria: un approcco della “Sofferenza volontaria” di P.D. Ouspensky

L’insegnamento di G.I. Gurdjief, riportato da Ouspensky, presenta un “sistema” detto della “Quarta via”, che, alla luce di un approccio vissuto dall’osservazione di sé, sviluppa delle idee nuove sull’uomo e la sua possibile evoluzione. La “sofferenza volontaria o cosciente” è l’esempio stesso di una di queste nozioni che solo un’osservazione non duale ( o oggettiva) dell’esperienza umana permette di scoprire. Lavorare a un tale modo di osservazione implica, secondo le parole di Gurdjief la “non espressione delle emozioni negative”. Questo processo raramente compreso, si basa su una fase di apprendimento al ricordo di sé.


L’io limitato e la fede di Amma.

Amma opera da più di 30 anni a diffondere un messaggio di speranza ai suoi discepoli, esortandoli a risvegliarsi alla loro vera natura. Per questo caldeggia il lavoro disinteressato e le pratiche spirituali (sadhana).


Sul “risveglio” e sulla natura della relazione tra Guru e discepolo, di H.W.L. Poonja.

Godman: Quando raccoglievo del materiale bibliografico per l’elaborazione di questo libro [ Il ne s’est jamai rien passé, Ed. L’Originel novembre 2004), interrogavo anche periodicamente Papaji in modo più generale, facendogli delle domande sul modo di funzionare come Guru, sul risveglio e sulla natura della relazione tra Guru e discepolo. Gli incontri faccia a faccia con Papaji e i suoi insegnamenti sono per me l’aspetto più importante della sua vita e del Suo insegnamento. Grazie a una serie di domande che gli ho sottoposto tra il ’94 e il ’96, speravo di avere una percezione del modo in cui il Guru conduce i suoi discepoli al risveglio.


Un approccio corporale – seconda parte di Eric Baret

La via è lo yoga. Vostra moglie, i vostri figli, vostro fratello, il vostro lavoro, il vostro corpo: ecco lo yoga. Non potete più essere depresso quando praticate davvero lo yoga. Certo, eccezionalmente, un momento di depressione può venire, perché siete aperti alle vostre limitazioni, senza più alcuna fantasia di eliminarle. Ma vedrete: quasi istantaneamente ne vedrete la bellezza. Sentite la depressione, ma non siete più depresso. Questa restrizione vive in voi, nella vostra accoglienza. E tutto è perfetto.