Dall’altra parte del conosciuto

      MICHAEL  SICILIANO  DALL’ALTRA PARTE DEL CONOSCIUTO Traduzione a cura di Maurizio Redegoso Kharitian Dal punto di vista della Coscienza, che cosa possiamo qualificare come “conosciuto” e come “sconosciuto”? Alla base, il conosciuto giunge da come pensiamo, che cosa pensiamo, perché pensiamo – tutto ciò che, nella maggior parte delle persone, è dettato […]

Trovare la sicurezza nel cuore stesso dell’insicurezza di Edouard Salim Michel

Se un ricercatore è realmente sincero nel desiderio di conoscersi e incomincia a studiarsi, per comprendere ciò che gli impedisce la strada verso l’illuminazione, non può evitare di constatare che è, come ogni essere umano, continuamente sottoposto a una doppia paura: la paura della vita, con tutto quello che comporta, come pericoli, malattie, conflitti, drammi, accidenti di ogni specie, e la paura dello stato in cui sarà inevitabilmente dopo la morte, di cui, finchè resta ciò che è ordinariamente, non può conoscere la vera natura.

Trovare la sicurezza nel cuore stesso dell’insicurezza di Edouard Salim Michael

L’essere umano ha paura di morire, una paura strettamente legata al timore di perdere il corpo fisico, a cui è così drammaticamente identificato, che è diventato lo strumento attraverso il quale gusta i piaceri del mondo dei sensi e ha una prova certa, pur limitata, di esistere. Così nutre in lui il sentimento cosciente o inconscio che senza il suo corpo, non solo cesserà di esistere, ma che perderà ogni possibilità di conoscere quei piaceri sensoriali ai quali è diventato così attaccato.

L’amore o la paura? di Myriam Lebrun

Abbiamo una compulsione a ritornare al passato che ci conferisce una sorta di identità, stabilita con l’ esperienza, a proiettarci nel futuro che comporta una promessa di soddisfazione, sotto una forma o un’altra, mentre la creatività, le soluzioni, sono legate al momento presente, al silenzio e alla calma della presenza a se stessi.

Omaggio alla paura di Hélène Naudy

Forse quel muro posso attraversarlo? Se non sono reale, se il mio corpo non è che atomi. E questi atomi, perché sono uniti gli uni agli altri? Perché formano un corpo? Perché gli atomi di quell’albero sono uniti gli uni agli altri e formano quell’albero? Per quale necessità? Tutto ciò è inutile? Molto prima perfino dell’ipocrisia, della gelosia, dello spirito di competizione tra gli uomini, molto prima dell’odio e delle critiche, tutto è così inutile. E poi, realmente, chi sono?

Reintegrazione di Eric Baret

La paura di non esser niente è allo stesso tempo la porta per essere. Finchè non si ascolta la paura, tutte quelle a cui si fa fronte sono paure subalterne. La paura primordiale è la paura originale. Prima o poi la si deve liberare da ogni oggettivazione e lasciarla imporsi in tutta la sua follia, la sua violenza. Quel passaggio è indispensabile. A poco a poco si realizza che si dice costantemente no alla paura, coprendola di concetti di giustificazione o di condanna.

Paura di cosa? Paura di chi? Chi ha paura? di Jean-Marc Mantel

Per chi dunque l’ignoto è sorgente di paura? Certamente non per la coscienza- soggetto, pienezza onnipresente, libera da ogni oggetto. Ma per la persona che penso di essere, chiamata me. In effetti è “me” che è terrorizzato, e non la visione. Me designa il corpo, il mentale e la personalità, tutto ciò che la memoria ha ammassato riguardante il personaggio che credo di essere. Questo, essendo nato, deve morire. Ma quell’istante di scomparsa è l’angoscia massima, perché implica la dissoluzione di tutto ciò a cui sono attaccato.

Affrontare la paura di Jean Klein

Non cercate di localizzare quella attenzione che è ancora un oggetto. Contemplate il percepito che si localizza sul corpo. Quella paura è una fissazione di energia nel vostro corpo e, quando non è più alimentata, l’energia si riassorbe nella Contemplazione.

Toccare la paura di Toni Packer

Poi vengono le paure di sbagliare, di aver fatto qualcosa di non giusto, la paura che le cose non vadano bene nel nostro organismo così delicato che diciamo che è il nostro. Questo non è il nostro. Questo vive, molto semplicemente. Questo si manifesta in questo mondo, e vive e muore con lui. E’ così delicato, così fragile…