L’approccio a un testo della tradizione è un momento cruciale, in cui abbiamo davanti il maestro che è l’autore del testo e sentiamo direttamente la sua voce. La maggior parte dei testi del Kashmir sono scritti dai maestri, è una scelta importante che caratterizza l’approccio tantrico. Un testo prodotto con questo spirito è abitato dallo “spanda”, la vibrazione, il fremito del maestro e, se il lettore lo sente, allora conosce lo stato che era alla sorgente del testo.
Questo blog pubblica articoli tradotti in italiano dalla rivista francese “3e millénaire”. La rivista trimestrale “3e millénaire” ha anche il suo sito web : www.revue3emillenaire.com
La felicità eterna di Douglas Harding
Ci sono 2 cose che desidero molto dire. La prima è la meraviglia, lo sbalordimento che ci sia qualche cosa. Per parlare più direttamente, non dovrebbe esserci niente… perché alla fine è strano, vedere anormale che le cose esistano. Come può esserci qualsiasi cosa Che persino un elettrone possa apparire sulla scena senza nessun aiuto, né ragione è inspiegabile. E pensate a chi è apparso. Pensate al mondo, alle galassie, alle stelle e ai pianeti, uomini, animali, donne, bambini, cellule, molecole, atomi, particelle… Sono sbalordito, sconvolto che ci sia qualsiasi cosa.
Io è una porta di Philp Renard – quinta parte
Nei brani precedenti di “Io è una porta” si portava l’attenzione sul sorprendente fenomeno dell’utilizzo della parola “io”, che può riferirsi a un’entità limitata e anche a Quello. I due precedenti articoli di Ramana Maharshi e Nisargadatta maharaj parlavano di questo.
Nel terzetto formato dai tre grandi insegnanti autentici dell’Advaita nel ventesimo secolo, cioè Ramana Maharshi, Nisargadatta Maharaj e Krishna Menon, scopriremo qui quest’ultimo.
Il Reale è inconoscibile. Il Conosciuto è irreale di Robert Powell
Una delle nostre maggiori difficoltà viene dalla percezione sensoriale e dalla sua tendenza a produrre errori di percezione. Perché ciò che percepiamo non è infatti ciò che è.
Bisogna comprendere bene che ciò che è è solo ciò che è e non può essere descritto. Si può solo fare riferimento. Quindi, noi dobbiamo sempre porre attenzione alla mente che si pone totalmente nel campo dell’ignoranza.
Io è una porta di Philip Renard – quarta parte
3ème Millénarie n. 73 – Traduzione della Dr.ssa Luciana Scalabrini – seconda parte “Non c’è che un solo stato, non due. Quando lo stato “Io sono” è presente, conoscerete molte esperienze, ma l’ “io sono” e l’Assoluto non sono due. Nell’Assoluto lo stato di “Io sono” sopravvive e allora accade l’esperienza”. Potremmo dire che “lasciarsi […]
Io è una porta di Philip Renard – terza parte
Per me Nisargadatta Maharaj fu uno dei più grandi insegnanti del XX secolo. Ciò che in particolare lo rende così importante è la sua notevole capacità a dimostrare che tutto ciò che poteva essergli chiesto non era fatto che di concetti.
Poi distruggeva quei concetti mettendo in evidenza la loro inutilità. Qualsiasi fosse la domanda, o la risposta con la quale si presentava il visitatore, Nisargadatta dimostrava che si riduceva a un attaccamento a schemi di pensieri o di concetti. Si riferiva allora alla loro origine, e rinviava a quell’origine, alla sorgente.
Io è una porta di Philip Renard – seconda parte
“L’ego funziona come il nodo tra il Sé che è la Coscienza pura (Chit) e il corpo fisico inerte e non-sensibile (jada). L’ego è quindi chiamato il chit-jada granthi. Nella vostra investigazione della Sorgente di aham-vritti, prendete l’aspetto essenziale Chit dell’ego; per questo motivo, la ricerca deve condurre alla realizzazione della Coscienza pura del Sé”.
Io è una porta di Philip Renard – prima parte
L’ego, nominato dagli insegnanti delle vie di liberazione come ostacolo fondamentale, è un’attività pensante che funziona attraverso proiezione, identificazione con un oggetto esteriore, che di conseguenza sarà visto e giudicato. E’ una rappresentazione di sé, valutata attraverso un continuo paragone con altre rappresentazioni sedicenti indipendenti, considerate inferiori o superiori a se stessi.
L’investigazione neutra di Ligia Dantes
Il significato della parola “felici” si riferisce ad una esperienza di vita in uno stato di gioia, uno stato d’amore indipendente dalle circostanze. L’ultimo verso “conoscono senza sapere” è particolarmente appropriato quando parliamo di conoscere se stessi, che corrisponde a seguire una ricerca interiore. Conoscersi in modo diretto, indipendente da ogni informazione che possediamo, è vivere le parole di questa poesia. E’ sperimentare la grazia della libertà in confronto ai nostri condizionamenti, le nostre credenze, il nostro sapere, essere liberi dalla prigione del nostro mentale condizionato.
Essere scelto di Jean Bouchart D’Orval
Jean Bouchart D’Orval Essere scelto 3ème Millénaire n. 93 – 3m. Cos’è la meditazione? Che senso ha fare meditazione? J.B. Meditare, è mettere un termine a tutto ciò che si è fatto nella vita e fare qualche altra cosa? No, è continuare nella direzione che seguiamo, ma andare fino in fondo. Smettere di accontentarsi di […]