Questo blog pubblica articoli tradotti in italiano dalla rivista francese “3e millénaire”. La rivista trimestrale “3e millénaire” ha anche il suo sito web : www.revue3emillenaire.com

La coscienza frammentata e il mito dell’unità secondo le scienze cognitive di 3ème Millénaire

Le prime esperienze realizzate da Benjamin Libet, mostrarono l’incoscienza della nostra attività volontaria e le differenti velocità delle nostre funzioni mentali, emozionali e motorie. Gurdjieff, trasmettendo, per un insegnamento vissuto, le sue conoscenze neoplatoniche, fece scoprire ai suoi adepti la lentezza abbastanza sconvolgente del centro intellettuale, sorpassato in celerità dai centri emozionale, motorio e istintivo.


Scienza e Mistica: verso una ragione infiammata di Michel Cazenave

L’uso della ragione è un potere discriminante e si dimentica troppo facilmente che un pensatore come Shankara fu l’equivalente indiano d’un Hegel o di un Kant. Il canone pali buddista ha un trattato di logica difficile da eguagliare in occidente. Lì l’uso della ragione è straordinariamente forte. Non attraverso un Oriente in paccottiglia che cerca di sbarazzarsi della ragione.


Soffrire per amore di 3ème Millénaire

Abbiamo tutti, in un momento della nostra vita, sofferto per amore. O, più esattamente, sofferto per non aver potuto realizzare l’amore che proviamo verso un essere. Questa sofferenza può esprimersi a diversi livelli in termini d’insoddisfazione o di frustrazione, che sono i sintomi di una situazione interiore che proveremo a scoprire.


Coscienza e Totalità di Francois Martel

Propongo qui la possibilità di una definizione di Coscienza Elementare, che porta a una definizione di Coscienza Personale. Questa idea di coscienza non richiede la creazione di concetti nuovi fisici. Essa apparentemente ha il vantaggio d’essere compatibile con una visione dualistica e fisica del mondo, però puntando verso una comprensione concettuale del non-dualismo. Tuttavia siamo chiari sul fatto che non possono esserci descrizioni concettuali nella non dualità; questo non punto di vista è al di là dei concetti e delle distinzioni. Ma niente impedisce una concezione dualista della non dualità, anche se questa concezione è incompleta, falsa, assurda o inutile dal punto di vista non duale!


La verità della nostra condizione di Erik Sablé

L’uomo non ama realmente la verità. Ama la menzogna, il romanzo, l’immaginario più che il Vero, più che il Reale. Così, possiamo rilevare che i più grandi successi nell’esoterismo e la spiritualità sono delle opere di quelli che chiamo i mitomani dell’occulto: Lobsang Rampa, L’iniziato di Ciril Scott, Castaneda, Meurois-Givodan, La via dei maestri di Spalding, ecc. L’uomo ha piuttosto bisogno di consolazione, di palliativi, di coccole spirituali. La verità della nostra condizione è troppo difficile da percepire. Per Patanjali, per esempio, solo chi ha sviluppato viveka, cioè la discriminazione, è capace di percepire l’impermanenza universale, la realtà della nostra condizione.

Tutto il buddismo è basato su quella percezione della sofferenza universale, di quella profonda ansia che è il fondamento della nostra vita. D’altra parte, la verità su se stessi è estremamente difficile da conquistare poiché il me è una rappresentazione. Esso è dipendente dallo sguardo degli altri. E’ sempre una messa in scena che rende quasi impossibile la conoscenza della realtà di se stessi.


La questione della verità di William Patrick Patterson

La questione della verità…è una questione? Veramente? La verità non è per la maggior parte di noi di vivere, cioè di pensare, sentire, agire, la risposta che abbiamo accettato riguardo alla vita, ciò che essa è e come dovrebbe essere vissuta? Molte persone, in particolare i giovani, non attraversano la vita pieni di domande e nell’errore? Non sono inconsciamente orientati da quella che credono essere la verità?


La verità guida i nostri passi di Serge Carfantan

La dualità vero/falso non si applica solo agli stati mentali. Se sono molto inquieto, non posso dire se l’inquietudine è vera o falsa, essa è; essa ha il suo modo, evidentemente non come il sandwich, ma come uno stato dello spirito. Ora, che sia fondata è un’altra cosa. Può darsi che mi roda per niente e che la sola causa della mia inquietudine non sia che un pensiero della mia mente. La mente ha quella particolarità che può molto facilmente indurre un’emozione senza alcun rapporto con la mia esperienza. Posso farmi paura, posso provocarmi vergogna, posso provocarmi un desiderio e nutrirlo con il pensiero. Una volta che il desiderio e l’emozione occupano il mio campo di coscienza, essi esistono, sebbene in modo non materiale. Non ha alcun senso dire a un bambino che la sua paura non esiste; esiste nel momento in cui ne fa l’esperienza. La dualità vero/falso si applica invece molto bene ai nostri giudizi.


Una vita di risveglio di Ma Anandamayi

Se la ricerca di Verità è lo scopo supremo, i cammini d’accesso al senza-accesso sono innumerevoli. Ma Anamandayi evitando le centinaia di ostacoli e difficoltà non si faceva difensore di nessun metodo pedagogico particolare e riconosceva a tutte le vie a finalità spirituale un’essenziale utilità: “Come si può imporre un limite all’Infinito dichiarando: questa è la sola via… Perché tante sette e religioni? Per il fatto che attraverso ciascuna Egli si dà Lui stesso a Lui stesso, in modo che ciascuno possa avanzare secondo la sua propria natura”. “Molti cammini portano alla verità, ma la Verità stessa è una e non conosce distinzioni. Secondo le proprie distinzioni e il proprio temperamento, l’uomo adotta il cammino che gli conviene di più”.


L’ardente verità di Jean Klein

Tutto questo appartiene alla vostra personalità. Quando affrontate la vita senza fare intervenire la memoria e accettando totalmente i fatti, vi trovate aperti alla vita;. in quella apertura c’è intelligenza, c’è sensibilità. La vera personalità viene dall’istante, dalla situazione stessa. Non c’è niente di personale nell’intelligenza e la sensibilità. La vera personalità sorge con la situazione e si dissolve con la situazione, non lasciando alcun residuo. Siete liberi dalla memoria. Non ci sono compromessi. Agite secondo la situazione. Così non c’è niente di personale nella vera personalità. Quando agite in accordo con la situazione, c’è un’azione senza intenzione, libera dall’ego. In altre parole, l’azione vera si stacca dall’azione personale. Dovete distaccarvi dall’obbiettivo. Per raggiungere lo scopo, bisogna staccarsi dallo scopo.


Che cos’è essere vero? di Karl Renz

E’ per questa ragione che la sorgente non è che un’idea. Forse si dovrebbe dire che non c’è nemmeno la sorgente. Normalmente, la sorgente è chiamata coscienza La prima luce è il padre, poi viene lo spirito che è la non-forma, e il figlio, la forma. Ma hai ragione, se esiste un padre diverso dal figlio o dal mondo, potrai domandati perché permetterebbe tanta sofferenza. Ma ciò che devi domandarti qual è la sorgente della sorgente, c’è un padre di qualsiasi cosa, cioè c’è qualcosa che genererebbe un’altra cosa o questo è un’idea?

La sorgente della sorgente, puoi chiamarla il Cuore, ma, come dal cuore non è mai uscito niente, non c’è mai stato il padre, né il figlio, né lo spirito; così il Cuore prende la forma del padre, del figlio e dello spirito. Ma il cuore non può nemmeno lui farsi soffrire. Perciò la prima sofferenza comincia con l’idea di sorgente, che sarebbe ciò che crea tutto, poi viene l’idea di creazione e di ciò che può essere creato.